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Tempi duri per TK, ora rischia di perdere la casa popolare. Manfrin: “Colpirne uno per educarne cento”

di Redazione

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Sembrano non avere fine le vicissitudini del giovane Tarik Tiuoli, aspirante trapper del Quartiere Cogne che si fa chiamare ‘TK, arrestato per spaccio in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal magistrato di sorveglianza di Novara.

A portare il suo caso nell’Aula del Consiglio regionale è stato il Capogruppo della Lega Vallée d’Aoste, Andrea Manfrin: “Ci siamo già occupati in passato di questo soggetto” – ha esordito il Consigliere del Carroccio – “perché era entrato abusivamente nel Grattacielo di via Capitano Chamonin per girare il video promozionale del suo singolo e per le sue canzoni, che incitano all’odio e alla violenza, presentate alla Cittadella dei giovani. Oggi apprendiamo dagli organi di informazione che l’aspirante trapper, che stava già scontando una pena di 1 anno 4 mesi e 28 giorni ai domiciliari, in quanto condannato per i reati di evasione e tentata rapina, è stato trasferito al carcere di Brissogne poiché continuava a spacciare sostanze stupefacenti. Siccome il soggetto è componente di un nucleo che risiede in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, chiediamo se l’Assessore abbia intenzione di dare applicazione alla decadenza prevista dai commi D ed E dell’art. 42 della legge regionale 13 febbraio 2013, n. 3“.

I commi D ed E dell’art. 42 della l.3. 3 del 2013, infatti, dovrebbero prevedere la decadenza dall’assegnazione dell’alloggio popolare nei casi in cui l’assegnatario o i componenti il nucleo familiare abbiano adibito l’alloggio ad attività penalmente rilevanti, ovvero nel caso in cui tengano comportamenti socialmente pericolosi per l’incolumità pubblica.

L’Assessore alla sanità e politiche sociali, Roberto Barmasse, ha risposto che “l’ARER ha comunicato di non essere a conoscenza dell’avvenuta condanna per i reati di evasione e tentata rapina, comunque da accertare nei canali ufficiali e non per il tramite degli organi di informazione. Mentre per quanto riguarda il successivo e più recente arresto per spaccio, visto il comportamento penalmente rilevante tenuto all’interno dell’alloggio assegnato al nucleo del soggetto arrestato, sarà cura dell’Assessorato sollecitare l’ARER a effettuare una approfondita istruttoria volta ad accertare quanto riferito nelle notizie stampa e ad avviare, in caso di riscontri positivi, il procedimento di decadenza ai sensi di legge“.

Una risposta, dunque, in salsa “agrodolce” per Manfrin che ha chiosato: “se si tratta di un soggetto con un’ampia documentazione penalmente rilevante, dovrebbe essere l’ARER a chiedere direttamente la certificazione e non il contrario. Apprezziamo che l’Assessore abbia preso l’impegno a fare un’istruttoria e mi auguro che avvenga in tempi brevissimi. È giunta l’ora di dare un segnale a tutti gli assegnatari di alloggi di ERP: queste sanzioni esistono per motivi di equità sociale ma hanno anche un valore educativo. Colpirne uno per educarne cento“.

Giulia Navillod