Lunedì 13 maggio si è conclusa la XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, la prima sotto la guida di una donna, Annalena Benini, scrittrice e giornalista del quotidiano ‘Il Foglio’. Il Salone è un progetto solido, moderno e intersettoriale, gestito da un pool di partner istituzionali – tra i quali l’Associazione Torino, la Città del Libro, la Fondazione Circolo dei lettori e la Fondazione per la Cultura Torino -, con il sostegno di diversi Enti pubblici territoriali e di vari Ministeri. Un evento culturale ampio il cui indirizzo tematico viene demandato ad un apposito comitato, di cui fanno parte alcuni enti e associazioni come Regione Piemonte, Città di Torino, ADEI (Associazione degli Editori Indipendenti), AIB (Associazione Italiana Biblioteche), AIE (Associazione Italiana Editori), ALI (Associazione Librai Italiani), SIL (Sindacato Italiano Librai).
La kermesse è un vero e proprio successo di pubblico e di critica, da tempo si è lasciata alle spalle il periodo turbolento dei processi a carico di alcuni suoi organizzatori, in quell’arco di anni che va da circa il 2010 al 2015. Quest’anno, invece, altri sono stati i motivi di confusione al Salone, tutti inerenti l’attualità politica internazionale, con i contestatori che premevano ai cancelli per entrare a manifestare contro Israele ed a favore della Palestina. Manifestazioni, però, che non hanno scalfito la regolare attività della fiera.
Due i grandi temi che hanno attraversato questa edizione, ovvero le “donne tra passato, presente e futuro” (permettemi di dire: tanto per cambiare, visto che non si viene quotidianamente e mediaticamente bombardati da tale argomento…) e gli “sguardi sul presente” (una visione trasversale sulla società e sul tempo attuale). Entrambi i grandi temi sono stati trattati nei numerosissimi eventi organizzati nel corso delle cinque giornate.
L’edizione 2024 ha visto un ulteriore ampliamento degli spazi espositivi: su oltre 137.000 mq di strutture si sono distribuiti più di 800 stand (anche se sono lontani i 1.500 del 2012), mentre per seguire gli oltre 2.000 incontri il pubblico aveva a disposizione 51 sale e 180 laboratori. L’affluenza è stata da record, con picchi di afflusso nella giornata di sabato (quella solitamente con maggiore partecipazione) e il venerdì, che quest’anno ha battuto la domenica di qualche centinaio di visitatori: più di 222.000 visitatori si sono distribuiti tra i 4 padiglioni (quest’anno si è aggiunto il quarto), l’Oval, il Centro Congressi e la Pista 500, nuovo progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli. La vendita dei biglietti online è cresciuta del 4% rispetto al 2024, tanto che oltre l’84% dei biglietti è stato venduto in rete. Una nota molto positiva sono i giovani, anima del Salone, con il 29% degli acquirenti under 25, mentre allargando la fascia d’età si nota che il 61% dei presenti sia in ogni caso under 40. Anche quest’anno in crescita i visitatori dall’estero e dalle altre regioni d’Italia, in primis da Lombardia, Toscana, Emilia Romagnae Liguria.
Quest’anno la lingua ospite era il tedesco, presente con 25 tra autori e autrici, mentre lo stand istituzionale più poderoso – per così dire – è stato quello della Liguria, regione ospite 2024, che ha messo in mostra uno spazio ispirato ai suoi borghi e arricchito dai disegni di Jean Blanchaert. Uno stand che ha ospitato 110 relatori e 60 eventi, presentando oltre 500 volumi, che spaziano dalla critica letteraria, alla saggistica, alla cucina tipica e al territorio. Tra le regioni era presente anche la Valle d’Aosta, con uno stand curato dalla struttura ‘Attività espositive e promozione identità culturale’ dell’Assessorato Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali. Presso lo stand valdostano, oltre a trovare materiale informativo e istituzionale relativo ai beni culturali e all’offerta turistica della regione, si sono svolti numerosi incontri nell’arco delle cinque giornate, a cui erano presenti autori o editori valdostani con le loro ultime uscite: di particolare interesse è stata la conferenza di Corrado Binel, Direttore dell’Istituto storico della Resistenza, ‘Protoindustria e industria in Valle d’Aosta’, in cui si è tracciato il filo conduttore del passato industriale valdostano.
Tra i media meno tradizionali, il fumetto ha avuto un ruolo primario: sempre meno genere, e sempre più linguaggio, il successo del fumetto all’interno del Salone del Libro passa anche per un’importante e recente ridefinizione identitaria della cosiddetta nona arte: tantissimi gli appuntamenti sold out nella rinnovata e ampliata Sala del Fumetto, con nomi di peso nazionale come Leo Ortolani e Zerocalcare.
Intensissime, poi, le tre giornate di lavoro al ‘Rights Centre’, lo spazio del Salone dedicato alla compravendita dei diritti editoriali e audiovisivi, che ha portato a Torino oltre 570 professionisti dell’editoria provenienti da 43 paesi di tutto il mondo, dando vita a 4.300 incontri fra editori, agenti, scout, produttori cinema e tv, e che ha visto la partecipazione di 58 case di produzione.
Il Salone tornerà così ad accogliere editori, lettori, autori e autrici nel 2025, dal 15 al 19 maggio.
Alessandro Stanchi