Forse aveva letto il nostro vecchio editoriale, a tratti dissacrante, Redpill del 25 aprile: in Ucraina “gli autonomisti” sono i popoli del Donbass – link: https://aostanews24.it/redpill-del-25-aprile-ucraina-gli-autonomisti-sono-i-popoli-del-donbass/. O forse è stato l’impeto di un vecchio indipendentista che ha voluto ricordare come l’innesco del conflitto ucraino, per quanto veda manifesti interessi contrapposti fra superpotenze, sia stato generato anche da istanze identitarie localiste, Diego Lucianaz ha voluto di nuovo sollevare un argomento di “scandalo” in Consiglio Valle.
L’appunto di Lucianaz è all’evento dedicato al coraggio ucraino del 5 maggio scorso, tenutosi al Teatro Splendor, in occasione dell’avvicinamento alla Festa dell’Europa. Secondo il consigliere indipendentista, il governo regionale avrebbe dovuto ricordare al console geneale ucraino Andril Kartysh – giunto per l’occasione in sostituzione dell’ambasciatore – “il diritto all’autodeterminazione dei popoli” come espresso per altre istanze identitarie, quali il popolo curdo e catalano.
Posizione evidentemente non accettabile per i sinceri democratici, tanto che l’assessore Caveri – chiamato a rispondere – non ha esitato a bollare Lucianaz: “la sua è una tesi putiniana, punto e basta”. Non è bastato all’esponente del Carroccio specificare il proprio – molto più che condivisibile – “rispetto e solidarietà per il popolo ucraino, che ha dimostrato coraggio e resistenza”: siamo in guerra ed in guerra si prende parte e basta. Non si riflette.
Va comunque riconosciuto a Diego Lucianaz, nel tempo evolutosi in un Giga Lucianaz, quantomeno una certa dose di coraggio sui temi più “scorretti”. Sovente l’onestà intellettuale – specie in certe assise – non paga, in effetti. E anche se non si può dire, da un punto di vista dell’analogia storica, immaginare che i secessionisti del Donbass siano un po’ dei valdostani che ce “l’hanno fatta” o ancora più precisamente dei secessionisti con alle spalle un “De Gaulle” che non si è squagliato, è un’idea tutt’altro che campata per aria.
Giuseppe Manuel Cipollone