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Piccolo sciame sismico interessa Oyace e Quart, in Valle d’Aosta è il quarto terremoto in meno di un anno

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di Giuseppe Manuel Cipollone

Come spesso avviene nei terremoti, non una ma una serie di scosse sono state registrate dai sistemi di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INVG) ieri sera in Valle d’Aosta.

La prima anticipatoria già alle 20:03, a 6 km da Quart e 11 km di profondità nel sottosuolo. Questa avvisaglia è stata molto lieve, appena 0,5 gradi di magnitudo, perlopiù non percepita. Richiamo che si è verificato con le stesse caratteristiche ed epicentro anche alle 23:15.

Ma è alle una meno dieci, precisamente alle 00:51 del 28 febbraio, che è partita una scossa che invece si è sentita distintamente in diverse aree di Aosta e dei paesi della Media Valle: con una magnitudo di 2,8 gradi sulla scala Richter, a 6 chilometri da Oyace ed 8 di profondità, la terra ha di nuovo tremato, facendo allertare tanti cittadini che hanno percepito l’episodio.

Successivamente altre due scosse di assestamento, l’una alle 01:47 (0,5 gradi) nuovamente a Quart e poi alle 04:55 (0,7 gradi) ancora a Oyace.

Un vero e proprio sciame sismico, che si somma ai diversi episodi che si sono verificati nell’ultimo anno, sempre in arrivo dall’arco di territorio a confine con la Svizzera.

I precedenti

Per non andare troppo lontani nel tempo con i precedenti, ricordiamo la scossa registrata la sera 9 maggio 2024: 3,4 gradi Richter avvenuta vicino a Bionaz. In quel caso l’epicentro non era stato distante dalla diga di Place Moulin, tanto che i vertici di CVA si erano affrettati a rassicurare sulle condizioni ottimali della struttura.

Poi la terra ha tremato ancora la sera del 19 novembre 2024, questa volta a Saint-Rhémy-en-Bosses. Un evento da 2,5 gradi di magnitudo, che non aveva lasciato danni.

E ancora il 10 gennaio scorso, di nuovo a nord-ovest di St. Rhemy – al confine con la Svizzera – una scossa di 2,3 gradi aveva inquietato la serata dei valdostani, che di certo non sono abituati a frequenti episodi sismici.

A questo punto – senza allarmismi – è lecito chiedersi se siamo di fronte ad un’attività sismica ordinaria per la nostra regione, oppure se qualche faglia si sia attivata proprio nelle vallate che scendono dal Gran San Bernardo, continuando a produrre questi fenomeni con una certa regolarità sebbene (per fortuna) non estremi.

Giuseppe Manuel Cipollone

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