Sono lontanissimi i tempi in cui i pamphlet cattolici (e non solo) definivano senza reticenze la massoneria la “sinagoga di satana”, eppure durante per la conferenza avvenuta il 4 maggio alla BCC di Aosta, dal titolo ‘Massoneria e Istituzioni’, con ospite il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, in sottofondo è emerso un leitmotiv ricorrente: i liberi muratori sentono ancora grande diffidenza nei confronti della loro appartenenza e vorrebbero una normalizzazione del rapporto fra istituzioni, opinione pubblica e logge massoniche. E non è un caso che la saletta sia piena, con tanti curiosi e varie personalità e sindaci locali giunte per l’occasione.
L’argomento è di quelli interessanti, che esercitano un fascino antico, come antichi sono i complotti che alla massoneria vengono imputati: dalla rivoluzione francese, alle guerre napoleoniche, all’unità d’Italia fino alla parabola fascista per arrivare ai grandi misteri dell’età repubblicana, la Storia è costellata di personaggi illustri e determinanti nei destini dell’Europa frequentatori di una loggia massonica.
Dunque, che l’argomento sia potenzialmente sensibile, lo si capisce anche dalle esortazioni iniziali di Marco Gheller, presidente della Fondazione Chanoux che promuove la conferenza. Proprio Gheller ci tiene a sottolineare più volte la “laicità” dello spirito dell’iniziativa.

Da qui lo storico valdostano Andrea Desandré descrive una panoramica storica della massoneria in Valle d’Aosta e Savoia dal ‘700 fino agli inizi del ‘900, a partire dall’adesione “di François-Maurice-Grégoire, l’ultimo degli Challant che riservatamente nutriva ideali illuministi”, per passare al massone di Chambery appartenente alla corrente spiritualista e illuminata, Joseph De Maistre, che diventerà campione dei reazionari. La prima vera loggia in Valle d’Aosta verrà aperta solo sul finire del XIX sec. a Verrès, con grande allarme e scandalo del vescovo dell’epoca che in una lettera accorata esorterà la regina Margherita ad intervenire. O ancora – ad inizio novecento – il giornale dei liberali ‘La Doire’, zeppo di massoni, che simpatizzerà in modo esplicito per l’ascesa del fascismo.
Ma il centro della conferenza è un dialogo tra il sindaco di Aosta Gianni Nuti e il Gran Maestro Bisi, con il primo a fungere da educato pungolatore del secondo. Tante le riflessioni e le domande che il sindaco rivolge al Gran maestro, molte probabilmente inevase, ma in tutte una sensibilità abbastanza nitida emerge da Bisi: l’idea dei massoni di esser – o esser stati – sotto assedio, comunità di fratelli per il miglioramento spirituale e civile dell’uomo, eppure incompresi e rigettati dal resto della società.
Il “furto” mai sanato di Palazzo Giustiani da parte dello Stato, sede storica della massoneria ed oggi assegnato al Senato, lo scontro con la Chiesa in un Paese culla del cattolicesimo, la caccia al massone scatenata in tante fasi della Storia con il relativo ingresso “in sonno” dei confratelli. Persino la recente indagine sui rapporti tra massoneria e criminalità organizzata della commissione parlamentare antimafia è un tema ricorrente. Tutto sembra aver segnato la psiche e la vita di questa appartenenza, un tempo segreta ed oggi riservata. Un confine quello tra segretezza e riservatezza che può essere sottile, si fa scappare lo stesso sindaco Nuti.

Per Bisi la storia della massoneria è tinta in chiaroscuro. Ci sono “pagine nere, grigie e bianche. Ma sono più quelle bianche”, dice il Gran maestro. Il riferimento è anche alla Loggia Propaganda 2, alias P2 di Licio Gelli, che secondo Bisi non è stata nemmeno una loggia stricto sensu.
In questo evento, che ha riunito tanti curiosi, si ripercorrono alcune tappe della massoneria italiana, quasi fosse un’opera di conoscibilità e accettazione. Opera interessante a cui è mancato un tassello però, che regge tutto l’architrave, ovvero la risposta ad una domanda tanto semplice quanto difficile: cos’è la massoneria?
Per quanto può sembrare intuitivo, definire la massoneria tremendamente difficile. Definirla una semplice associazione o una società di mutua assistenza sarebbe riduttivo, inquadrarla come un culto invece la snaturerebbe. Una confraternità dove il segreto è stato il collante per lungo tempo, forse. La massoneria è un po’ tutto questo insieme, senza essere nulla di ciò nello specifico. E’ questa inderteminatezza, l’impossibilità di stabilire con certezza se è la politica ad essere entrata nelle logge o le logge in politica, se l’azione di plasmare l’uomo è sempre stata esclusivamente metafisica o la tentazione di agire nella società abbia prevalso, che ha reso tanto contrastato – nel bene e nel male – il giudizio sulla massoneria agli occhi degli uomini.
E così mentre il mondo profano si interroga sulla natura e sui complotti dei massoni, i massoni si interrogano se il complotto non sia avvenuto contro di loro, in un rapporto che non è ancora chiarito. E probabilmente non lo sarà ancora per lungo tempo. In fondo basta ritrovare una squadra e un compasso in una scrivania ed subito “caos”.
Giuseppe Manuel Cipollone