“Ne valeva la pena?”: lo abbiamo già scritto, ma è forse l’unico vero concetto che emerge ricorrentemente dalle sezioni unioniste ogni volta che si parla di Réunion. Il pensiero era venuto a galla anche dopo l’anteprima di AostaNews24 sull’incontro a porte “semi-chiuse” fra Mouv-VdA Unie e Alliance Valdôtaine – avvenuto nel novembre 2023 -, successivo al Congresso unionista del 28 ottobre precedente.
I maliziosi – di parte unionista – avevano evidenziato come per i due movimenti, già frutto di precedenti fusioni, aver portato in sala un centinaio scarso di persone (sebbene diverse personalità politiche e amministrative) fosse in realtà ben poca cosa. Il pensiero si ripropone ora, dopo che il processo di riunificazione – a piccoli passi – continua a proseguire.
La Commissione speciale per la ricomposizione dell’area autonomista sarebbe infatti in dirittura di arrivo sul documento di definizione delle regole del Congresso che sancirà la ‘Réunion’. Oggi, 13 marzo, si dovrebbe tenere un nuovo incontro dei commissari per limare alcuni aspetti, poi il documento sarà consegnato ai movimenti politici per il “visto” definitivo.
Date sicure per il Congresso della Réunion ancora non ce ne sono, si parla del 18 maggio – giorno simbolico per la ricorrenza di morte di Émile Chanoux – ma i tempi sono stretti e c’è l’incognita delle elezioni europee poche settimane dopo. Elezioni, poi, che hanno aggiunto una variabile: la proposta a sorpresa di candidatura di Laurent Viérin da parte del PAS. Questo manipolo di indipendentisti che, imparando a far politica, hanno gettato un certo scompiglio nell’area autonomista in questa fase delicata di avvicinamento alla riunificazione.
Ad ogni modo, prima del momento culmine, si dovrebbe tenere un altro Congresso unionista “sui generis”. L’appuntamento sarebbe infatti aperto alla partecipazione di tutti i componenti delle forze politiche di area autonomista che sigleranno una sorta di carta dei principi, ma solo in una prima fase dell’evento, un dibattito generale di confronto sui contenuti.
In seguito – secondo la volontà dei presenti non iscritti all’UV – ci dovrebbe essere un momento di iscrizione al Mouvement, che aprirà la seconda fase del Congresso, quella di elezione degli organi direttivi del Leone Rampante. Chi si iscrive vota, gli altri no. Questa è l’indescrezione.
Una sorta di operazione “egemonia” unionista, che aveva già specificato come la Storia e il simbolo dell’Union Valdôtaine non potessero essere in discussione. Ma è qui che le nubi si addensano, tanto che i commenti si sprecano.
“E se l’adesione al Mouvement dovesse essere bassa, come ci arriviamo alla Réunion? L’UV è indiscutibile”, dice qualcuno. O qualche altro, di segno esattamente opposto: “se entrano in massa decideranno i destini dell’Union, dei suoi organi direttivi, fino a ieri questa gente ci rinnegava”.
Sullo sfondo, inoltre, c’è la consapevolezza che l’intera operazione di fusione, dovrà – elettoralmente parlando – portare dei frutti importantissimi alle urne. Se non raddoppiare, almeno portare in eredità 4 o 5 seggi in più all’UV.
In altro caso, sarebbe una débâcle: sancire la Réunion senza aumentare in modo sostanziale il numero di seggi equivarebbe a trasformare il Leone Rampante in un traghetto per gli alfieri degli altri movimenti autonomisti, che potrebbero portare con loro un alto numero di preferenze e un numero relativamente incerto – o peggio basso – di voti. Ecco dunque che l’operazione “egemonia”, l’Union Valdôtaine al posto di averla praticata l’avrebbe subita.
E sono soprattutto gli amministratori locali unionisti, i Sindaci, ad essere sul chi va là per questa prospettiva. Insomma, l’impressione che circola – al momento – è che la coperta, comunque la giri, sia abbastanza corta. E se la Réunion pare oramai un processo irreversibile, auspicato dal mondo autonomista per riprendere centralità nello scacchiere politico, è altrettanto vero che la “Décomposition” è sempre lì, dietro l’angolo che occhieggia maliziosa.
Giuseppe Manuel Cipollone