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Culle vuote e meno lavoratori: il bilancio demografico valdostano è drammatico

di Redazione

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Se gli inverni valdostani sembrano sempre più miti, così non è per l’inverno demografico della popolazione regionale: quasi cinquemila residenti in meno in otto anni, calo delle nascite inarrestabile di cui nemmeno l’immigrazione riesce a compensare.

A esporre il bilancio critico il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, commentando la nota socio-economica 2021/2022 redatta dall’Osservatorio economico e sociale.

“È in effetti un punto molto delicato. In linea generale, le questioni demografiche sono tenute sullo sfondo, ma hanno degli impatti molto rilevanti, trasversali su tutta la società e sull’economia”, ha aggiunto il capo dell’Osservatorio Dario Ceccarelli. Un calo demografico che ha ripercussioni anche sul mondo del lavoro e sulla tenuta del sistema previdenziale, in calo infatti sarebbe anche la “popolazione in età lavorativa”.

Dal 2014 al 2022 i valdostani sono calati di 4.900 unità, il 3,8% della popolazione complessiva. Solo nel 2021 la popolazione è passata passando da 124.089 – unità residenti – al 1 gennaio – a 123.337 del 31 dicembre.

Altro elemento che desta preoccupazione è la “piramide delle età” che si sta “invertendo trasformandosi in una cipolla”, ovvero la popolazione anziana più numerosa di qualle giovane. Ceccarelli chiosa poi sulle recenti misure di sostegno alla natalità che “vanno benissimo” ma non saranno risolutive. La popolazione femminile in età fertile, infatti, si è ridotta e se non si allargherà quella base, non si potrà a compensare la differenza.