Una sentenza che farà discutere, oltre all’evidenza – oramai assodata – che nelle aule di tribunale si fanno e si disfano leggi in assoluta libertà, come se questi avessero una piena potestà legislativa.
Il tribunale di Torino, nella prima sezione civile, ha accolto il ricorso presentato nel 2022 dall’ASGI (associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) nella parte in cui sosteneva che il criterio dei 5 anni di residenza in Valle d’Aosta per accedere ai mutui regionali a tasso agevolato è discriminatorio. Secondo il ricorrente il criterio di accesso contenuto nella delibera regionale 531/2022 sarebbe appunto una discriminazione, specie verso gli immigrati seppur in via indiretta.
Secondo il tribunale, infatti, il criterio di 5 anni di residenza sul suolo regionale non sarebbe direttamente connesso al soddisfacimento del bisogno tutelato nella delibera 531/2022, ovvero l’agevolazione all’accesso a misure di sostegno alla residenza, pertanto tale requisito è da eliminare. A nulla è valsa l’evidenza che il criterio dei cinque anni di residenza era valido sia per i cittadini italiani sia per cittadini extracomunitari.
L’ordinanza prevede anche la penale di 100 euro che la Regione Valle d’Aosta dovrà pagare all’ASGI, per ogni giorno di ritardo nell’eliminazione di predetto requisito di residenza pluriennale dalla delibera, a partire dal 60esimo giorno dalla comunicazione dell’ordinanza del tribunale.
Sospeso il giudizio, e rimandato in Corte Costituzionale, per quanto riguarda invece la parte sui finanziamenti per il recupero dei fabbricati. Anche in questo caso esiste un requisito che chiede di essere in possesso della cittadinanza italiana (o paese UE) ed otto anni di residenza in Valle d’Aosta. Per il tribunale di Torino è fondata la sollevazione di una questione di costituzionalità, in particolare sul rispetto dell’art.3 sulla ragionevolezza degli atti normativi.


Per il tribunale, dunque, nel complesso, è discriminatorio e potenzialmente irragionevole che i soldi delle casse regionali finiscano in agevolazioni che provino a discernere fra chi è residente di lungo periodo in Valle d’Aosta da chi non lo è. E sicuramente una sentenza così non potrà che infiammare nuovamente il dibattito politico.
ADU attacca il PD: “la sentenza non ci sorprende”
Arriva puntuale il messaggio di Adu, il partito dell’estrema sinistra valdostana che non perde tempo per attaccare le destre e il PD.
Scrive in una nota il movimento: “la sentenza del tribunale di Torino che boccia per discriminazione il bando mutui della Regione non è una sorpresa.
L’affaire dei bandi per la casa era stato sollevato in diverse occasioni sia da ADU Vda, sia dalle associazioni antirazziste. Gli autonomisti e il PD hanno però preferito perseverare nell’errore e nella discriminazione tra i diversi cittadini”.
Per Adu lo Statuto speciale non può essere “una patente per fare peggio degli altri” e esorta il PD a far rispettare l’ordinanza senza neanche un giorno di ritardo.