La Valle d’Aosta conferma la sua intenzione di andare incontro all’innovazione sanitaria, diventando la prima regione italiana a organizzare un percorso formativo dedicato ai medici di medicina generale per l’uso dell’ecografo portatile. L’iniziativa, promossa dall’USL della Valle d’Aosta, è un tassello fondamentale per rafforzare la sanità territoriale e avviare le future ‘Case della Comunità’, previste dal PNRR.
Il primo corso si è tenuto a fine marzo e ha coinvolto 40 medici di famiglia, circa la metà degli operatori presenti sul territorio regionale. Il limite numerico è stato dettato da esigenze logistiche, ma vista la forte adesione è già prevista una seconda edizione.
L’Assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi ha definito il progetto un esempio di “sanità del futuro: più vicina, più rapida, più umana”, sottolineando come la formazione e l’uso di tecnologie diagnostiche portatili permettano ai medici di offrire un’assistenza tempestiva e di qualità, riducendo il ricorso improprio al pronto soccorso.
L’ecografo portatile – uno strumento di ultima generazione che pesa meno di 6 kg e ha un’autonomia di due ore – consente di eseguire valutazioni cliniche direttamente a domicilio, nei poliambulatori o all’interno delle strutture territoriali. Già utilizzato anche dagli infermieri per procedure come il posizionamento di cateteri, evita interventi “alla cieca” e diminuisce gli accessi ospedalieri non necessari.
“L’obiettivo non è sostituire il radiologo – precisa il medico di famiglia Claudio Gianotti – ma fornire un supporto diagnostico immediato per migliorare le decisioni cliniche sul territorio”, intervenendo rapidamente in contesti periferici o per pazienti fragili.
La formazione è stata condotta sotto la supervisione del Dott. Andrea Casamassima, esperto di ecografia clinica, con il supporto scientifico della Dott.ssa Hélène Impérial. Alcuni dispositivi ecografici sono già stati collocati nelle strutture R2 di Perloz e Variney e nei poliambulatori che diventeranno Case della Comunità.
Il Dott. Franco Brinato, Direttore dell’Area territoriale USL, sottolinea che questa iniziativa rappresenta “un passo concreto verso la medicina di iniziativa e l’assistenza di prossimità”, puntando ad una sistema sanitario capillare e più vicino ai bisogni dei cittadini.