Questa mattina il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha avuto un colloquio telefonico con Emily Rini, presidente della società Società italiana per il Traforo del Monte Bianco. Al centro del confronto la chiusura prevista per il 4 settembre del tunnel del Monte Bianco e le ricadute probabili sull’economia piemontese alla luce della chiusura del tunnel del Fréjus ai mezzi pesanti dopo la frana di domenica sera in Maurienne, in Francia.
Da Oltralpe, infatti, non arrivano notizia incoraggianti sul fronte della riapertura del Fréjus: sarebbero 10.000 i metri cubi di detriti franati, contro gli 800 inizialmente stimati. Le autorità francesi continuano a rimanere vaghe su ogni ipotesi di una data precisa per la riapertura, definendo la chiusura temporanea ma a data da destinarsi.
“Le notizie odierne che prospettano l’allungamento dei tempi di ripristino della frana in Francia, e quindi della completa riapertura del traforo del Fréjus, meritano particolare attenzione alla luce della prevista chiusura del tunnel del Monte Bianco – spiega il presidente della Regione Alberto Cirio. Per questo ho avuto un confronto con la presidente Rini: la frana in Francia e le ricadute sulla circolazione in Piemonte confermano ciò che anche noi sostieniamo da tempo, ovvero la necessità, non più rinviabile, di realizzare la seconda canna del Monte Bianco”, ha proseguito Cirio.
“Stiamo monitorando la situazione insieme alla parte francese per trovare una soluzione, alla luce degli ultimi eventi – aggiunge il presidente Emily Rini. Quello che è accaduto in questi giorni dimostra la fragilità del sistema degli attraversamenti transfrontalieri e l’urgente necessità di trovare soluzioni condivise”.
Della questione si sta occupando anche il vicepremier Tajani, il quale ha annunciato via social che porterà il tema alla sua omologa francese in occasione del prossimo incontro previsto per giovedì 31 agosto a Toledo.