Confcommercio VdA apre ufficialmente il “caso Wet Industry”, dopo che il coctail bar – in via Tourneuve ad Aosta – ha subito una chiusura coatta a causa delle lamentele per un presunto disturbo alla quiete pubblica. Confcommercio scende in campo esprimendo “preoccupazione” per il sequestro preventivo a cui è stato sottposto il locale, per poi richiamare il Sindaco.
“Accogliamo con un certo stupore la notizia che il Sindaco di Aosta Gianni Nuti dichiari di aver appreso tale notizia dagli organi di stampa – scrive l’associazione di categoria. Siamo decisamente straniti sul fatto che il primo cittadino non sappia cosa avvenga nella sua città”.
Confcommercio solleva infatti il tema della sottoscrizione di un protocollo d’intesa, sottoscritto dal Comune nel luglio 2023, che avrebbe dovuto istituituire una cabina di regia per monitorare l’andamento della “convienza” tra movida aostana e le esigenze dei residenti del centro storico. Monitoraggio che secondo Confcommercio non è mai avvenuto.
Commenta, a tal riguardo, il Presidente Fipe Confcommercio, Graziano Dominidiato: “non contestiamo l’eventuale responsabilità dell’azienda, consci del fatto che il superamento dei limiti acustici di legge possa creare disagi ai residenti. Ma constatiamo come non sia stato correttamente applicato il protocollo sulla movida. La nostra associazione rappresenta la maggior parte dei pubblici esercizi di Aosta e proprio a tal proposito ribadiamo con forza che la soluzione non sia la chiusura delle attività, ma impegnare tutti gli attori nel rispetto del documento in questione”.
L’associazione di categoria richiama poi l’evento annullato dalla ‘Maison Publique de la Cervoise’, locale adiacente al ‘Wet Industry’. I gestori hanno infatti deciso di annullare una serata d’intrattenimento in solidarietà ai titolari del bar a fianco.
“Ci auguriamo che ciò non rappresenti il primo segnale per far accantonare da parte dei pubblici esercizi ogni tipo di attività di intrattenimento. Tali eventi sono essenziali per una città che si definisce turistica oltre che universitaria”, conclude Confcommercio.