La struttura Rsa di Variney è al centro di un botta e risposta tra l’associazione ‘Cittadinanza Attiva’ e l’Usl della Valle d’Aosta. L’associazione – di cui è Segretario regionale la sig.ra Mariagrazia Vacchina – ha infatti diffuso una lettera aperta dai toni duri e in cui lamenta di aver ricevuto delle gravissime segnalazioni sulla gestione della struttura, oggetto di una recente esternalizzazione ad una coop residente fuori dalla Valle d’Aosta. Una
“Ci vengono segnalati decessi coincidenti con ritardi di giorni nell’ospedalizzare chi lamentava di star male e veniva liquidato come una persona agitata”, mette nero su bianco ‘Cittadinanza Attiva’. Associazione che, in conclusione, scrive ancora: “da verificare se risponde al vero il fatto che personale già appartenente a cooperative valdostane – e successivamente assorbito dall’attuale coop assegnataria -, forse non adeguatamente fornito di camici, userebbe quelli di passate dipendenze lavorative, con conseguente grave danno di immagine a carico del terzo settore valdostano, nonché la relativa responsabilità di chi pone in essere o non controlla simili condotte”.
Il J’accuse arriva dritto al cuore dell’Usl Valle d’Aosta, che – tirata per la giacchetta – replica a mezzo stampa rispedendo al mittente la lettera: “rispetto alla lettera aperta che Cittadinanza Attiva VdA ha diffuso ad alcune testate (…) esponendo rilievi molto pesanti e per nulla circostanziati sulla gestione della Struttura di Variney, precisiamo i seguenti aspetti”.
“Riguardando la struttura di Variney (…) abbiamo sottoposto la cooperativa vincitrice dell’appalto a controlli puntuali e molto approfonditi attivando da subito un programma di formazione e miglioramento per il personale e di monitoraggio continuo. Ricordiamo che sono ben 4 le diverse figure professionali apicali che vigilano sulla gestione della struttura. Una di queste è il Direttore sanitario della struttura: abbiamo espressamente voluto fosse interno all’Azienda Usl, perché la struttura rimanesse in mano pubblica, proprio per la delicatezza della materia. Questa attività di vigilanza intensiva ha permesso di effettuare tutti i correttivi necessari, fisiologici durante la prima fase, dimostrando un buon funzionamento delle procedure di controllo”, sostiene l’Azienda sanitaria valdostana.
Ma non è sufficiente, perché l’Usl vuole anche puntualizzare: “nella lettera aperta riportata dai media si parla anche di aggiudicazione sulla base del massimo ribasso, questione assolutamente inesatta poiché la cooperativa vincitrice era l’unica ad aver presentato domanda peraltro su una procedura bandita con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quindi assegnando maggiore punteggio sulla qualità rispetto al prezzo (…). La base d’asta, secondo le regole del Codice degli appalti all’epoca vigente, si basa sui costi del personale definiti dai Contratti collettivi nazionali vigenti per le cooperative sociali di settore, che non sono soggetti a ribasso. Questo percorso aveva anche visto, nella fase iniziale del processo, il consueto proficuo confronto con il mondo cooperativo locale col quale la collaborazione è da sempre al centro delle nostre interlocuzioni”.
L’Usl annuncia quindi che continuerà la propria attività di controllo, per verificare le segnalazioni dell’associazione. Segnalazioni però che vengono definite “di estrema gravità, ma per nulla circostanziate”.
La replica dell’Usl si conclude con un monito: “chiederemo all’estensore di questa lettera di fornirci le informazioni sugli episodi e i casi specifici a cui fa riferimento. All’Azienda USL non risultano ad oggi segnalazioni in tal senso. Se questi casi esistessero e si rivelassero fondati saremmo i primi ad intervenire ed a denunciare tali fatti alla Magistratura”.