Rete Civica plaude alla Svizzera che in un recente voto referendario si è espresso a favore della neutralità climatica entro il 2050.
“Domenica scorsa gli svizzeri si sono recati alle urne per pronunciarsi sulla Legge federale sugli obiettivi in materia di clima” – scrive Rete Civica in una nota. “Una maggioranza netta, quasi il 60% dei votanti, ha approvato la legge che si pone l’obiettivo di arrivare entro il 2050 all’azzeramento delle emissioni di gas serra su tutto il territorio della Confederazione”.
Il movimento di sinistra ricorda, dunque, che era stato l’UDC, il più importante partito della destra svizzera, “a chiedere il referendum popolare” seppur indicando di vorare NO, dando prova di grande democrazia.
“Con questa decisione la Svizzera si allinea agli indirizzi dell’Unione europea, che prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Con il ‘si’ di domenica si dovrà procedere ad una progressiva riduzione nel consumo di combustibili fossili e si dovrà accrescere la produzione di energie rinnovabili. In particolare la Svizzera si è impegnata ad arrivare rapidamente a zero emissioni nel campo dei trasporti e dei consumi domestici”, aggiunge Rete Civica che non si lascia perdere l’occasione per una polemica nei confronti delle istituzioni regionali.
“Conoscendo il rigore e la puntualità dei nostri vicini confidiamo che tali obiettivi siano raggiunti. Abbiamo molti più dubbi sulla realizzazione dell’impegno che la Valle d’Aosta ha preso, con la Roadmap fossil fuel free del febbraio 2021, di arrivare all’eliminazione dei combustibili fossili in Valle d’Aosta entro il 2040. Occorrono azioni precise, ed occorre che il Piano energetico e ambientale della Regione (PEAR), attualmente nella fase di Valutazione ambientale strategica, sia molto concreto e stringente”, conclude sarcastico il movimento di sinistra.