Sfilano oggi i testimoni chiamati a deporre dalla Procura, presso il Tribunale di Aosta, per una nuova udienza nel processo che vede imputato Sohaib Teima (23 anni), accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Auriane Laisne. La giovane, di nazionalità francese, era stata trovata morta nella cappella diroccata in frazione Equilivaz, a La Salle, il 5 aprile 2024. In aula anche l’imputato, insieme ai due legali Lucia Lupi e Luca Tommaso Calabrò.
Il primo a deporre è stato Andrea Sarasino, che ha scoperto casualmente il corpo insieme alla madre durante una passeggiata nel villaggio. “Mi sono affacciato nella cappella – dice il teste -, ho visto delle gambe e degli scarponi. Mi sono spaventato e ho chiamato subito il 112″, spiegando inoltre come inizialmente non si era reso conto che si trattasse di un corpo senza vita.
A testimoniare anche Philippe Bethaz, residente a Valgrisenche, che la sera del 25 marzo 2024 aveva ospitato Teima e Laisne. Secondo il suo racconto, i due erano arrivati in paese ma non avevano trovato una sistemazione notturna: “lei parlava poco, abbiamo bevuto una tisana. Lui mi ha chiesto se conoscevo edifici diroccati, ma gli ho detto che quelli della zona non erano accessibili in quella stagione”.
È intervenuto anche un ufficiale della Polizia giudiziaria francese, il responsabile che ha eseguito gli accertamenti disposti dall’autorità italiana su Teima, arrestato in Francia ed estradato. Le indagini hanno riguardato perquisizioni domiciliari, analisi delle celle telefoniche e accertamenti bancari.
“Le tre utenze telefoniche, due di Teima e una di Laisne, sono entrate in Italia il 25 marzo alle 13:55, attraverso il Traforo del Monte Bianco. Le due intestate all’imputato sono rimaste inattive fino al 27 marzo, quella della vittima si è riattivata il 28 agganciando una cella nei pressi del domicilio universitario dell’imputato”. Ad inizio aprile sarebbe anche partito un sms dal telefono della vittima verso il cellulare della mamma, sebbene – nell’ipotesi dell’accusa – la ragazza era già morta da giorni.
Tra i testimoni anche il medico legale Roberto Testi, che ha eseguito l’autopsia sul corpo della vittima. Laisne è morta per asfissia in seguito a due coltellate al collo e una all’addome. “Le vie aeree erano invase di sangue, i polmoni presentavano grosse macchie ematiche scure”, dice il medico. E sarebbe proprio il proprio sangue inalato a causa delle ferite ad aver causato il decesso della giovane.
Sulla mano destra della salma anche una lieve ferita, probabilmente da difesa. Riscontrata nel corpo di Laisne, infine, una concentrazione alta di ansiolitici, tale da rendere plausibile un’intossicazione. Il processo prosegue domani.