Meno di un mese prima di uccidere la compagna, Auriane Laisne, il ventiduenne Sohaib Teima avrebbe tentato di farla arrestare. Secondo la Procura di Aosta, il presunto colpevole aveva nascosto 60 grammi di cocaina nel bagaglio della ragazza e aveva poi allertato la polizia di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino, sperando che venisse fermata. Questo episodio, avvenuto il 1° marzo 2023, è ora ritenuto dagli inquirenti un elemento chiave per contestare l’aggravante della premeditazione dell’omicidio, avvenuto nei boschi di La Salle in una data stimata tra il 26 e il 27 marzo successivo.
Secondo le indagini, dopo aver raggiunto la Valle d’Aosta insieme alla vittima, il giovane avrebbe cercato un luogo isolato, dove compiere il delitto senza testimoni e senza che il corpo fosse ritrovato subito, così da avere il tempo di lasciare l’Italia e tornare in Francia, dove studiava.
La ragazza era stata uccisa con un’arma da taglio alla gola: un colpo sotto la mandibola sinistra, profondo due centimetri, che aveva causato un’asfissia meccanica con il sangue che dalle vie aree è penetrato nei polmoni. Dopo il delitto, Teima avrebbe tentato di tamponare il sangue con i pantaloni della tuta della vittima, per poi nasconderli in un anfratto vicino alla chiesetta diroccata della frazione Equilivaz, a circa 30 metri dal luogo del ritrovamento del corpo, avvenuto solo il 5 aprile. A riportare la notizia è ANSA Vd’A.
Il processo si aprirà il 7 maggio davanti alla Corte di Assise di Aosta. Sohaib Teima sarà difeso dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, mentre i genitori della vittima si costituiranno parte civile rappresentati dall’avvocato del foro locale Jacques Fosson.