A vuoto l’istanza di rito abbreviato per Sohaib Teima, il 22enne – di origine straniera e residente a Fermo – accusato di aver ucciso la giovane compagna francese Auriane Nathalie Laisne, di 23 anni. A richiederla, dopo il precedente accoglimento di giudizio immediato avanzato dal PM, era stato l’avvoccato Luca Tommaso Calabrò, difensore di Teima.
Richiesta ritenuta irricevibile dal GIP, Maurizio D’Abrusco, che ha stabilito come l’impianto del processo resterà invariato. A cubare nella decisione è stato il peso dell’accusa a carico di Teima, ovvero omicidio premeditato e occultamento di cadavere, reati per cui la pena arriva fino all’ergastolo. In caso di accoglimento dell’istanza si sarebbe prefigurato un cambio di rito “in corsa”, nonché i benefici di legge riconosciuti nell’eventualità di una condanna.
Viene così confermata la sola assenza dell’udienza preliminare, con l’appuntamento per l’inizio del processo che resta fissato il 7 maggio. Attesi oltre 50 testimoni, fra accusa e difesa, in quello che si annuncia un processo altamente mediatico.
Questa mattina, invece, erano presenti in tribunale anche i genitori di Auriane, arrivati da Lione, costituitisi parte civile tramite l’avvocato del foro di Aosta Jacques Fosson.
Il delitto
Il delitto della giovane francese si era consumato in una chiesetta abbandonata nella frazione di Equlivaz, a La Salle, nel marzo 2024. Secondo l’ipotesi inquirente, Teima avrebbe colpito l’ex fidanzata con un’arma da taglio e poi nascosto il corpo dentro la cappella in rovina.
Le indagini lampo sono state condotte dai Carabinieri del Reparto operativo di Aosta, coordinate dal Sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi e supervisionate dal Procuratore Luca Ceccanti. Il caso ha scosso profondamente l’opinione pubblica valdostana e nazionale, sia per la giovane età delle persone coinvolte sia per la brutalità del gesto.
Giuseppe Manuel Cipollone