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La ‘Filiera della Somministrazione’, lettera aperta agli attori della Governance valdostana

di Redazione

di Redazione

Lo hanno annunciato e adesso lo hanno fatto: il comitato promotore de “La Filiera della Somministrazione“, gli organizzattori delle manifestazioni fra le più ‘vivaci’ delle ultime settimane, hanno spedito una lettera a tutti gli organi, collegiali o monocratici, di governo e para-governo, della Regione Valle d’Aosta. La loro richiesta? L’unità del sistema Valle d’Aosta per uscire dalla crisi. 

Vi alleghiamo il testo integrale:

Agli Spettabili,

Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta

Assessori della Regione Autonoma Valle d’Aosta

Consiglieri della Regione Autonoma Valle d’Aosta

Sindache e Sindaci dei Comuni della R.A.V.A;

Agli Onorevoli,

Senatore Albert Laniéce

Deputata Elisa Tripodi;

Alle forze politiche valdostane,

Alliance Valdotaine, Movimento 5 stelle VdA, Fratelli d’Italia VdA,

Forza Italia VdA, Lega VdA, Progetto Civico Progressista VdA,

Stella Alpina, Italia Viva, Vdalibre, Partito Animalista Italiano,

Rinascimento VdA, Pays d’Aoste Souverain, Pour l’Autonomie,

Union Valdotaine, Valle d’Aosta Futura, Valle d’Aosta Unie;

Alle associazioni di categoria,

Adava, Ascom – Confcommercio, Chambre Valdotaine,

Confindustria, Confartigianato, Cna, Confesercenti;

Alle sigle sindacali,

Savt, Cisl, Cgil, Uil.

 

La Filiera di Somministrazione Valle d’Aosta e Comparto Terziario è un gruppo di imprenditori, professionisti e dipendenti, del settore turistico e non solo, fortemente colpito dalla crisi economica. Tutti conosciamo la grave situazione che colpisce l’intero pianeta e, nello specifico, il territorio valdostano.

In nome della nostra Autonomia, di tradizione quasi millenaria e costituzionalmente sancita dallo Statuto speciale, chiediamo per la Nostra Regione Autonoma un adeguamento dell’applicazione dei Dpcm e Decreti Leggi emanati, per la conformazione particolare del territorio alpino (3261 kmq)e per la densità della popolazione (38 abitanti per kmq). 

In relazione alla nostre peculiarità Vi indichiamo quindi:

  1. Incidenza sanitaria

Adeguamento dei parametri delle limitazioni di passaggio dalle varie fasce di rischio in relazione alle caratteristiche della micro Regione.

Non siamo tecnici, ma capaci di ragionamento logico.I parametri adottati sono particolarmente penalizzanti, nello specifico il parametro del numero dei contagi su 100.000 abitanti. Se pensiamo ad unità produttive come la Cogne, alle scuole, a studi professionali la dimensione di questi ha aggregati sociali simili a quelli di regioni con milioni di abitanti. I mini cluster di contagio, estesi poi ai familiari, raggiungono facilmente le 40/50 persone al giorno, raggiungendo i 250 su 100.000 a settimana. Nonostante un basso rt questo è sufficiente a blindarci, anche con l’ospedale non sottoposto a pressione particolare.

L’altro dato fortemente sproporzionato in ordine di grandezza rispetto alla media nazionale è quello dei positivi sui tamponi rapidi effettuati.Il sospetto è che ciò accada perchè si tampona solo in tracciamento di focolai attivi e poco a livello preventivo. Ciò forse potrebbe alzare un po’ i numeri di contagi nella fase iniziale, inibendo però la crescita del focolaio e stroncando i cluster prima della loro manifestazione.

Non si potrebbe effettuare uno screening di un campione rilevante di popolazione, fare il tampone anche ai vaccinati ed a quelli che hanno gli anticorpi? Cosi’ il fatidico numero finirebbe, forse, per abbassarsi di molto, diluito su un campione più rappresentativo di una popolazione che sembra “impestata” quando invece è sana, come accaduto ad Ayas.

Chiediamo che vengano rivisti i parametri, adattandoli ad un micro territorio come il nostro. 

  1. Incidenza sociale

Il danno socio economico dovuto alla mancata apertura degli impianti a fune, con la perdita dell’indotto diretto e indiretto, ha influito nel panorama lavorativo valdostano. Allo stato attuale, siamo a maggio, non è stata prevista alcuna forma di sostegno relativamente alla stagione invernale andata persa.

I danni sono molteplici, citiamo forniture effettuate per aperture non andate a buon fine, assunzioni annullate, professionalità perse nel settore somministrazione (chef, maitre ecc). Il settore alberghiero vista la conformazione del territorio e l’insufficienza del mercato interno non ha mai avuto le condizioni minime di riapertura. Le aziende di prodotti tipici in forte sofferenza con celle piene e merce in scadenza.

Per i LAVORATORI a tempo determinato le principali criticità sono le seguenti:

1.Esclusione dei lavoratori che hanno esaurito la naspi prima del 1/11/2020,fatto cheesclude tutti gli addetti degli impianti a fune, del settore ho.re.ca. , dei noleggi, delleattività commerciali etc. fermi dalla fine dello scorso inverno 2020;

2.Limiti del criterio fondato sulla naspi: Partita IVA personale aperta per avere regolarità fiscale in piccoli lavori estivi, partecipazioni in piccole imprese familiari oppure piccole aziende agricole che compongono il reddito con contratti da dipendenti durante la stagione invernale negli impianti a fune, noleggi sci, somministrazione, alberghiero etc. I fruitori di questo regime fiscale sono esclusi dal regime NASPI e dai sostegni relativi al lavoro autonomo per mancanza di fatturazione nei mesi invernali.

3.Lavoratori a tempo determinato che hanno contratti, mai partiti, e in scadenza di cassa integrazione che è insufficiente alla sopravvivenza.

4.Esenzioni dei contributi dei dipendenti a tempo determinato e indeterminato, da parte delle aziende che mantengono o assumono nuovi dipendenti, per il 2021.

Chiediamo criteri centrati su composizione del reddito (dati agenzia entrate di precedenti dichiarazioni fiscali), integrati da dichiarazione del datore di lavoro che avrebbe rinnovato i contratti degli anni precedenti.

3 – incidenza economica

I criteri del decreto sostegni, fondati sul differenziale di fatturato tra il 2019 ed il 2020 hanno escluso moltissime attività, somministrazione, ricettivo, professionisti, agenti di commercio e aziende, dall’accesso ai fondi stanziati. Si ricorda che lo scorso 8 marzo 2020, data del primo lock down, la stagione invernale era una delle migliori di sempre, con risultati in media decisamente superiori all’analogo 2019. L’estate ha rappresentato una buona tenuta, con un contenimento dei danni importante, ma il conto economico relativo alla differenza è stato sfalsato dal fatturato di dicembre 2019 scostato nel 2020.

I primi mesi del 2021 sono il nostro fallimento, la regione con micro-circolo interno non garantisce mercato, le attività chiuse non hanno prodotto alcun reddito, sono rimasti costanti i costi fissi che hanno eroso i risparmi, oppure aperto posizioni debitorie bancarie ingenti. La riapertura è strettamente connessa a quella dei sostegni economici, sono stati messi interi settori nell’impossibilità di lavorare e senza aiuti. Dal punto di vista dell’economia individuale e familiare i costi sono insostenibili, quindi riaprire diventa necessità inderogabile ed imprescindibile.

Ma non è solo questione di soldi.

Il lavoro, le relazioni sociali, le gratificazioni, la crescita personale sono elementi imprescindibili dell’essere umano per troppo tempo negate, vi sono danni incalcolabili di natura economica e psicologica che minano il bene prezioso della salute. In queste condizioni difficilissime, l’unica ed imprescindibile richiesta non può che essere quella di riaprire subito, con i protocolli già applicati e con la massima attenzione da parte di tutti, ma riaprire la Regione intera, non sono ammesse chiusure e aperture a singhiozzo perché le attività e le aziende non lo supportano economicamente.

Il sistema Valle d’Aosta non funziona in regime di autarchia e di mercato interno ma ha necessità di attingere la sua clientela dall’esterno.

Chiediamo sostegni economici a fondo perduto alle aziende, professionisti, attività alberghiera, somministrazione, palestre e tutto l’indotto interessato dalle chiusure annullamento delle spese fisse (tari – imu), la tassazione delle utenze dei locali chiusi, mutui e affitti (mura e auto), posticipo o rateizzazioni mutui. Vi chiediamo un atto di forza davanti ad una situazione giorno dopo giorno sempre più insostenibile.

PROSPETTIVE

Quali prospettive si stanno elaborando per il futuro della nostra Regione, per il futuro della popolazione valdostana?

Quali scenari si prospettano per la prossima estate e soprattutto per il prossimo inverno?

Riusciremo a mantenere i flussi passati?

Saremo capaci di continuare a crescere?

Quali azioni si pensa di porre in essere per incentivare le prenotazioni nazionali ed estere verso la nostra regione e le sue località?

Quali garanzie e sicurezze si vogliono porre in essere per dare un’immagine serena, una tranquillità psicologica, uno stimolo positivo ad investire in una vacanza in Valle d’Aosta?

Tutta la fiducia oggi è riposta nella vaccinazione e nell’immunità di gregge, e se sorgessero varianti o problemi esiste un piano B?

Vi è un progetto per allestire strutture che separino le ortopedie, necessarie a gestire la traumatologia legata allo sci ed agli sport invernali, dagli altri reparti? 

La sorte dei lavoratori dipendenti del settore turistico, e indotto annesso?

Si rischia di perdere competenze specifiche e lavoratori competenti. In questo momento cittadini, imprenditori, lavoratori si interrogano dubbiosi sul futuro. La forte concorrenza nazionale ed internazionale sui mercati del turismo e del commercio, pone a tutti delle domande sul come usciremo nel prossimo futuro rispetto alla situazione determinata dal COVID.

Mai quanto ora i cittadini hanno bisogno di una istituzione coesa, capace e intelligente, con una “vision” che sia in grado di segnare una discontinuità da certe consolidate dinamiche che hanno marcato gli ultimi decenni ed in grado di instaurare un clima di trasparenza e di fiducia reciproca.

Sappiamo che ci risponderete che non è possibile, che va oltre il vostro potere, che decide Roma e che non potete fare nulla a proposito; portate la nostra idea, fatela Vostra e condividetela per le famiglie, per i Valdostani che contano le settimane, i giorni, le ore e ogni giorno di ritardo nella riapertura, è un danno che si aggiunge a quanto sinora patito e tollerato con estrema dignità.

Vi ribadiamo che questo documento non ha visione politica ma sociale, nè protagonisti, nè rivalità ma che abbiamo necessità di una Vostra risposta entro il 5 maggio.

Restando a Vostra disposizione Vi salutiamo cordialmente.

La Filiera Somministrazione VdA e Comparto Terziario

I Rappresentanti

Nadia Muzzolon, Jean Claude Brunet, Luigi Macri’, Emanuele Zardo