Contro la guerra in Ucraina scende in campo anche le fede, un segnale importante per i credenti di tutto il mondo. Con un annuncio inaspettato il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha fatto sapere al mondo che il prossimo venerdì 25 marzo – alle ore 17:00 – il Pontefice presso la Basilica di San Pietro consacrerà la Russia e l’Ucraina “all’Immacolato Cuore di Maria“. In contemporanea, lo stesso atto sarà compiuto al santuario di Fatima, in Portogallo, per mano di un emissario del Papa, il Cardinale Krajewski.
Ma da cosa è nata questa esigenza virale nella comunità cattolica internazionale tanto da spingere il Santo Padre a annunciare in tempi record una nuova consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria?
Tutto trova radice nella spiritualità più profonda del cattolicesimo dello scorso secolo, nei misteri di Fatima e le apparizioni della Madonna a tre pastorelli. La più nota fra loro, divenuta poi la conosciuta Suor Lucia di Fatima, ha più volte esortato la Chiesa a consacrare la Russia all’Immacolato Cuore di Maria, in quanto richiesta trasmessa con energia direttamente dalla Madonna.
Tale richiesta era una componente di una più articolata descrizione di apparizioni e segreti – conosciuti appunto come i segreti di Fatima – trasmessi dalla Santa Vergine, i quali per i fedeli avrebbero vaticinato vari eventi storici cruciali come l’attentato a Papa Giovanni Paolo II e l’avvento del comunismo ateo e delle persecuzioni ai cristiani perpetrate dall’Unione Sovietica. Secondo Suor Lucia infatti solo la consacrazione ufficiale della Russia da parte del Papa alla presenza “di tutti i vescovi del mondo“, così come richiesto dalla Madonna, avrebbe evitato alla Russia di “spargere i suoi errori nel mondo“, ed anzi l’avrebbe convertita e resa lo strumento più potente sulla Terra della rinascita della cristianità. In molti hanno teorizzato persino la predizione dell’avvento della Terza Guerra Mondiale nelle parti del segreto non ancora rivelate.
Proprio su questo punto nei decenni si è aperta una faglia, a fronte di una sorta di inerzia che la Chiesa avrebbe avuto nell’effettuare la consacrazione o almeno per effettuarla secondo le prescrizioni della Madonna. Per la Chiesa la consacrazione della Russia è avvenuta ufficialmente il 25 marzo 1984, per mano di Papa Wojtyla, il tutto avvalorato dalle dichiarazioni di Suor Lucia che ne avrebbe garantito la “conformità” alle richieste della Madonna. Eppure questa posizione sembra essere in qualche modo contestata in alcuni ambienti del cattolicesimo tradizionalista, i quali avanzano l’ipotesi – che a tratti pare dietrologica – su una presunta irregolarità nel rito espresso nell’84. Secondo queste correnti di pensiero durante il rituale non sarebbe stata consacrata solo la Russia – così come espressamente richiesto dalla Madonna – ma anche il mondo intero, una sfumatura che renderebbe inefficace la consacrazione della Russia già avvenuta e non assolto l’impegno della Chiesa. Una scelta, secondo alcuni ambienti tradizionalisti, dovuta ad un distorto concetto di ecumenismo della Chiesa Cattolica post conciliare e – ça va sans dire – presagio di sventure.
Sia come sia, è sotto gli occhi di tutti l’estrema solerzia con la quale oggi la Chiesa si appresta di nuovo a consacrare la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, appena il giorno seguente il grande vertice UE a cui sarà presente anche il Presidente americano Biden e in cui si decideranno i destini del mondo. Una richiesta che si è alzata forte fra la comunità di fedeli ed è partita, peraltro, proprio dai vescovi cattolici ucraini di rito latino. Un gesto carico di significato spirituale per i cattolici di tutto il globo e, visto il momento di estrema crisi internazionale, chissà che anche la comunità Aosta non possa unirsi in questo momento di fede.
Giuseppe Manuel Cipollone