Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato alle celebrazioni dell’Ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia, che si sono tenute questa mattina – 7 settembre 2024 – al Teatro Splendor di Aosta. La ricorrenza cade in occasione del 7 settembre, data in cui – nel 1945 – fu promulgato il Decreto luogotenenziale 545 che sancì ufficialmente l’Autonomia della Valle d’Aosta. Il Presidente Mattarella è giunto in teatro, accolto da una standing ovation, dopo che il suo volo dell’Aeronatica Militare è atterrato all’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe.
Ad aprire la celebrazione il coro di Verrès, diretto dall’ex Senatore Albert Lanièce, che ha intonato prima l’inno di Mameli e poi Montagnes Valdôtaines. Poi una breve intro teatrale in cui sono state ricordate le figure di Émile Chanoux e di Ida Maria Viglino.
Tocca poi al Sindaco di Aosta, Gianni Nuti, aprire i discorsi istituzionali: “essere autonomi non significa avere diritto di primeggiare, ma di eccellere per accogliere e servire, per interrogare da vicino la terra, la montagna e domandarle quali siano gli strumenti migliori per tutelare le sue bellezze (…).
E ancora: “(…) non c’è autonomia senza solidarietà e pensiero libero. La nostra Costituzione, di cui Lei è garante, nata da un dolore planetario, tutela questi principi, del tutto antitetici a quelli perseguiti da ogni forma di fascismo, che separa, cerca nemici, circuisce i deboli con l’inganno e la propaganda e esalta l’egoismo che alberga in tutti noi. E questi principi sono anche le fondamenta della nostra Autonomia speciale”.
Più marcatamente politico, invece, il discorso del Presidente della Regione Renzo Testolin, che ha concluso il suo lungo e articolato intervento con un commento sul tema dell’Autonomia differenziata: “la Valle d’Aosta guarda con interesse a un ulteriore ampliamento delle attribuzioni delle Regioni a Statuto ordinario per quella particolare attenzione alle specificità e particolarità che hanno sempre caratterizzato la nostra Storia. Per noi differenziazione e particolarismo non devono essere visti come causa o conseguenza di privilegi o spaccature, ma piuttosto come un’opportunità per arricchire un’organizzazione della Repubblica, in cui la ripartizione verticale dei poteri pubblici è naturalmente differenziata e capace di valorizzare le specificità e le sfumature che sono la ricchezza di un popolo e non elementi da appiattire”.
Per questo Testolin ribadisce: “il percorso intrapreso (cfr. Autonomia differenziata) dovrebbe dunque aprire ulteriori prospettive per le Autonomie speciali, per beneficiare dei più ampi margini di autonomia assegnati alle Regioni dalla riforma costituzionale del Titolo V”.
Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Lungo e – a tratti – improntato sulla Storia anche il discorso del Presidente Sergio Mattarella, che ha celebrato il contributo dei valdostani nella Storia d’Italia e nella Resistenza al Fascismo.
Durante il suo intervento il Capo dello Stato ha reso omaggio al sacrificio e alla lotta delle genti valdostane, mettendo in luce il profondo legame storico tra la regione e l’autonomia conquistata. Davanti al pubblico, composto dalle autorità civili, religiose e militari locali, Mattarella ha ricordato come la Valle d’Aosta abbia pagato un “duro prezzo” durante la Seconda Guerra Mondiale, con “i partigiani, la popolazione civile e i soldati di origine valdostana trasferiti nei campi di internamento in Germania”. Un sacrificio che ha portato alla concessione della Medaglia d’oro al Valor militare alla regione, segno tangibile del riconoscimento nazionale per il coraggio dimostrato in quel periodo.
Il Presidente ha poi ripercorso gli eventi che portarono alla nascita dell’Autonomia valdostana, sottolineando il ruolo cruciale della Carta di Chivasso del dicembre 1943. In quel documento, i rappresentanti delle popolazioni alpine, compresi esponenti valdostani, gettarono le basi per un futuro di libertà, denunciando “il ventennio di malgoverno livellatore e accentratore” del Fascismo, che aveva oppresso le valli, distrutto l’economia locale e annientato la cultura regionale. Questa lotta, ha ricordato ancora Mattarella, fu premiata quando – nel 1945 – vennero istituiti i decreti luogotenenziali che sancirono la nascita della circoscrizione autonoma della Valle d’Aosta, con il primo Consiglio della Valle insediato nel gennaio 1946.
Un altro tema centrale del discorso è stato il contributo fondamentale della Valle d’Aosta all’elaborazione dell’articolo 116 della Costituzione, che garantisce particolari condizioni di autonomia non solo alla Valle d’Aosta, ma anche alla Sicilia, alla Sardegna e al Trentino-Alto Adige. Mattarella ha ricordato il lavoro che ebbe il Presidente della Valle d’Aosta, Severino Caveri, che per primo contribuì a definire il quadro legislativo che avrebbe rafforzato l’autonomia regionale.
Un passaggio particolarmente significativo è stato dedicato alla difesa della lingua francese nella regione, un elemento chiave del patrimonio culturale valdostano, sancito dall’art. 38 dello Statuto Speciale. Nonostante alcune perplessità e le ostilità manifestate nell’Assemblea Costituente – ribadisce Mattarella -, l’Onorevole Chatrian con un intervento accorato, nel gennaio del 1948, difese il diritto dei valdostani di mantenere il francese come lingua ufficiale accanto all’italiano. “La conoscenza e l’uso del francese costituiscono un patrimonio, una ricchezza dei valdostani”, cita il Presidente Mattarella, sottolineando come questa lotta non abbia mai messo in discussione la salda appartenenza italiana della Valle d’Aosta. “Ciò non ha mai significato, e non significa, che la Val d’Aosta non sia italianissima e profondamente legata alla Patria italiana“, come dimostra il contributo della regione nella guerra di Liberazione e il sacrificio degli alpini valdostani durante la Prima Guerra Mondiale.
Spazio anche ad un passaggio in cui echeggia una postura del Presidente circa l’attualità politica, con lo scontro sul tema della legge di concessione della cittadinanza. “Il principio che l’Assemblea Costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio. Non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Si trattava della diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione”, dice Mattarella in quello che ha il sapore di un tacito messaggio contro lo Ius Sanguinis.
Infine, Mattarella ha chiuso il suo discorso ribadendo il ruolo cruciale della Valle d’Aosta nel sistema delle autonomie italiane, richiamando l’articolo 114 della Costituzione. “Solidamente Aosta e la sua Valle costituiscono uno dei cardini del sistema delle autonomie della Repubblica. Una Repubblica, ce lo ricorda l’art. 114 della Costituzione, che non è solo riassunta nell’ordinamento statale, ma è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Regioni e dallo Stato. (…) Alla lezione di libertà, di patriottismo, di laboriosità, delle genti valdostane, a ottant’anni dall’avvio del cantiere dell’autonomia e alla vigilia degli ottant’anni della Liberazione, la Repubblica rende oggi omaggio”.
La visita è terminata con il Capo della Stato che si è recato in visita al nuovo ateneo dell’Università della Valle d’Aosta, per seguire la lectio magistralis del prof. Erik Carpano. Non prima di aver salutato i numerosi cittadini accorsi nei giardini antistanti all’edifizio per salutare la massima autorità di Stato.
Giuseppe Manuel Cipollone