Sul referendum annunciato da Fratelli d’Italia, dopo l’approvazione a 19 delle legge che introduce tre preferenze alle prossime elezioni regionali, arriva il colpo gobbo di Rete Civica. L’ipotesi referendaria, infatti, potrebbe congelare l’applicazione del voto con tre preferenze (una di genere) alle prossime elezioni regionali, diventando un grattacapo non indifferente per l’UV.
Il punto è che all’interno dello stesso Centrodestra, al momento, non vi è ancora unità di intenti: da un lato Fd’I – con il Coordinatore regionale Alberto Zucchi – che è il vero promotore dell’iniziativa. Dietro di lui la Lega Vallée d’Aoste che, in Consiglio Valle, attraverso Paolo Sammaritani ha annunciato l’intenzione del partito di mettere a disposizione le firme dei propri Consiglieri per richiedere il referendum.
A rendere lo scenario più complesso, però, vi è la recente uscita del Consigliere Christian Ganis dal Carroccio in direzione Forza Italia, che – per eterogenesi dei fini – rischia di diventare determinante. All’appello infatti per ora mancano le firme di FI, il movimento del Centrodestra più silente e impegnato in un confronto interno: fra alleati gli azzurri sono i più tiepidi verso l’idea di andare nuovamente a elezioni con la preferenza singola.
In questo quadro, Rete Civica spariglia le carte da sinistra: a sopresa (ma non troppo) ha annunciato di esser disponibile a sostenere la proposta referendaria. Proprio Rete Civica era stata la forza politica più dura nel difendere la bontà della preferenza unica.
“La modifica affannosamente approvata da 19 Consiglieri regionali – scrive RC – non costituisce una riforma del sistema elettorale, ma un intervento limitato, settoriale e maldestro dopo che, da oltre dieci anni, tutti affermano che occorre una vera riforma per dare stabilità al sistema di Governo regionale”.
E poi continua: “la reintroduzione delle tre preferenze è un passo indietro rispetto alla scelta di pulizia e contro le cordate fatta nel 2019 e il sistema introdotto dalla leggina approvata non garantisce neppure un sostanziale equilibrio di genere nel voto, perché solo nel caso in cui si scelga di votare tre candidati uno deve essere di genere diverso (…). Incredibilmente la legge è stata approvata fuori tempo massimo e in caso di referendum non potrà entrare in vigore in tempo utile per modificare le modalità di voto per le elezioni regionali già programmate per fine settembre 2025”.
“Per queste ragioni – annuncia Rete Civica – il Consigliere Chiara Minelli ha espresso un voto contrario in Regione, in coerenza con questo voto Rete Civica ed Europa Verde si impegneranno nella raccolta di firme e in tutte le iniziative opportune per sostenere la richiesta di referendum confermativo”.
Le ragioni di Rete Civica
A spiegare più nel dettaglio le ragioni della scelta, è lo stesso movimento che nella nota puntualizza trionfante: “il referendum confermativo è uno strumento previsto dallo Statuto Speciale per la Valle d’Aosta per raccogliere il parere dei cittadini sulle leggi statutarie, che riguardano cioè il sistema elettorale e la forma di governo della Regione Autonoma.
È uno strumento di partecipazione molto importante che, purtroppo, pur essendo disciplinato con legge fin dal 2002, non è mai stato utilizzato.
Il momento è venuto per dare la possibilità a tutti gli elettori valdostani di informarsi sui contenuti di una legge che riguarda il sistema elettorale regionale, valutare se è quello che serve alla nostra comunità e decidere con il proprio voto se confermarla o meno.
E’ un referendum popolare per cui non c’è un quorum di partecipazione, l’esito sarà comunque valido qualunque sia l’affluenza ai seggi, chi va a votare decide.
Già solo attivare questo meccanismo partecipativo, finora mai utilizzato in Valle d’Aosta, sarebbe utile e giustificherebbe il sostegno all’iniziativa referendaria”.
Martina Branco