Dopo l’anno di assenza a causa della pandemia e dopo un inusuale appuntamento tenutosi nel mese di aprile, la Fiera torna a riempire le vie del centro storico di Aosta con le opere degli artisti dell’artigianato e dell’enogastronomia valdostana. Circa un migliaio di banchi fanno da cornice alle vie del centro storico preso d’assalto da turisti provenienti da tutta Europa: da veri e propri appassionati fino ai visitatori occasionali che ammirati scoprono per la prima volta quello che è un evento storico e che rappresenta da più di un millennio il fiore all’occhiello della nostra regione.

Il padiglione dell’Atelier des Métiers domina Piazza Chanoux, con centinaia di persone in fila per poter vedere ed acquistare le opere artistiche degli artigiani di professione, coloro per cui la creazione e l’intaglio del legno non è solo passione ma un vero e proprio lavoro.
Pochi passi più avanti, in P.za Plouves, si erge il padiglione enogastronomico in cui è possibile acquistare e assaggiare prodotti tipici valdostani, dai formaggi ai vini e le grappe.
Una giornata non eccessivamente fredda, nonostante ci si trovi a fine gennaio, fa da sfondo ad una Aosta viva e in fermento che sembra tornata alla vita come era prima della pandemia. Tra i 999 espositori iscritti di questa edizione troviamo tanti volti noti, ma anche ragazzi giovani e alcuni maestri dell’artigianato che – sebbene non tutti originari della nostra regione – hanno assorbito la tradizione valdostana facendola propria.
E’ il caso di Lucia Vallesi che da anni ormai ha fatto dell’intaglio su legno di noce la sua passione, seppur uscendo dagli schemi tradizionali.

“Non mi è mai piaciuto fare cose uguali agli altri, mi hanno detto che i miei pezzi non sono tradizionali ma nonostante questo ho sempre trovato un buon riscontro. Quindi vuol dire che ciò che faccio piace. E’ un modo di esprimere me stessa.
Io utilizzo solo legno di noce, un legno pregiato. Ho fatto questa scelta perché nella mia produzione ci metto tanto cuore. Credo che un intaglio complicato meriti un legno pregiato. L’intaglio è a punta di coltello tradizionale valdostano, non ci sono più scuole che lo insegnino. Dopo che ho finito la scuola al Comune di Aosta nel 2008 non c’è più stato un corso come quello”, osserva l’artigiana.

Dietro quello che per noi può essere una semplice opera d’arte c’è una lavorazione unica nel suo genere, oltre la scelta del pezzo che per Lucia è un momento fondamentale – perché “alcuni pezzi è come se ti chiamassero” -, c’è anche la parte del disegno che realizza a mano libera per la maggior parte dei pezzi, mentre su carta per trasferirli sul legno per i più complessi.
Tra gli espositori in Piazza Chanoux troviamo Paolo Taldo e Paolo Sciarrelli, due artigiani valdostani che 14 anni partecipano alla Foire.

“E’ una passione che ho da sempre, lavoro il legno da quando ho 12 o 13 anni, ho iniziato a scuola quando in quarta elementare ho scelto di lavorare il legno invece che sciare”, afferma Sciarelli.
“Per noi questa è una passione, non un lavoro e a volte capita di affezionarti talmente tanto a dei pezzi che ti dispiace quasi venderli. Questa è una passione che esercito nel mio tempo libero, noi abbiamo una falegnameria e il lavoro mi permette di avere del tempo per potermici dedicare”.

Nella giornata del 30 gennaio sono state registrate circa 97 mila presenze, segno della grande voglia di tornare alle vecchie abitudini. I numeri definitivi sulle presenze li avremo solo al termine della seconda giornata, in attesa già dell’appuntamento dell’anno prossimo.
Sabrina Olibano