È durata oltre due ore l’audizione in IV Commissione consiliare del Segretario generale della Regione, Stefania Fanizzi, insieme al Dirigente Valter Mombelli, chiamati a chiarire la vicenda legata alle presunte pressioni esercitate da esponenti della Giunta regionale nei riguardi dell’ex Presidente di Finaosta Nicola Rosset. Secondo la ricostruzione dell’ex n°1 di Finaosta l’obiettivo era indurlo ad un aumento degli emolumenti del management di CVA.
Al centro del confronto, la lettera inviata al Consiglio Valle lo scorso 28 marzo proprio da Nicola Rosset, in cui si parlava di pressioni accompagnate dalla “minaccia di dimissioni” per ottenere gli aumenti. I fatti si riferiscono a una riunione del 31 agosto 2022, a cui parteciparono, oltre a Rosset, l’allora Presidente della Regione Erik Lavevaz, l’allora Assessore alle Partecipate Luciano Caveri – i summenzionati Dirigenti regionali – i e i vertici di CVA, ossia il Presidente Cantamessa e l’AD Argirò.
Cva era appena uscita dai vincoli imposti dalla Legge Madia in merito ai compensi. Secondo quanto riferito in audizione, per Finaosta le strade possibili erano due: le dimissioni dell’intero Cd’A, per consentire la pubblicazione di un nuovo bando tenendo conto delle nuove condizioni, oppure una formale autorizzazione da parte della Regione. Opzione quest’ultima che non arrivò mai.
I Dirigenti regionali avrebbero spiegato anche che “la percezione di eventuali pressioni è una questione molto soggettiva” e che “le dimissioni non si possono imporre, ma sono un atto libero”. Altro elemento di rilievo è che – a parere degli auditi – in base al Codice civile – l’azionista avrebbe potuto deliberare autonomamente l’aumento dei compensi, in presenza di specifiche situazioni come quella verificatasi a CVA.