Aosta ha commemorato oggi – 18 marzo – le vittime dell’epidemia di Coronavirus, con una cerimonia al cimitero cittadino accanto alla stele posizionata nel 2022 in loro memoria. L’incontro ha visto la partecipazione di una trentina di persone, tra cui i vertici dell’Amministrazione comunale, della Questura, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e il Consigliere regionale Aldo Di Marco (Pl’A).

Nel suo intervento, il Sindaco Gianni Nuti ha espresso un pensiero critico sull’eredità lasciata dalla pandemia. “Non è andato tutto bene come speravamo”, ha dichiarato. “L’uomo non ha approfittato della fine del virus per vivere una stagione di libertà e creatività, ma ha cercato una nuova prigionia. Il livello di rabbia collettiva e di rancori reciproci è aumentato vertiginosamente, sia a livello personale che internazionale, portandoci a immaginare un futuro fatto di deprivazioni, antagonismi e minore libertà”.
Accanto alle parole del Sindaco, anche Matteo Fratini, Presidente dell’APS, società comunale in house che gestisce – tra le varie cose – anche i servizi cimiteriali. “Ricordiamo quando sembravamo perduti nel labirinto dell’isolamento, lì abbiamo intrecciato fili invisibili di connessione che nessun virus poteva recidere. Facciamo che il ricordo di quei giorni non sia una reliquia da museo, ma seme che germoglia in nuova educazione civica. Facciamo che il dolore provato non sia cicatrice che irrita, ma bussola morale che orienta. Facciamo che chi è partito prematuramente continui a vivere non solo nel nostro cuore, ma nelle nostre scelte quotidiane. Perché il Covid-19 non ha solo mostrato la nostra vulnerabilità. Ha rivelato la nostra capacità di resilienza. E sì… andrà tutto bene. Ma solo se noi, qui e ora, scegliamo di renderlo possibile nel nostro quotidiano“.
Una cerimonia sobria ma intensa, che ha ribadito come il ricordo della pandemia non debba essere solo un capitolo chiuso, ma anche un monito per il futuro.