Più che uno studio di prefattibilità sulla realizzazione di un treno-tram che colleghi Aosta a Courmayeur, quello presentato dalla Citec alla Regione Valle d’Aosta è una sorta di epitaffio. Trentasei pagine in cui vengono spiegate prima le soluzioni tecniche – e le difficoltà – per rispristinare una tratta ferroviaria verso l’alta Valle, per poi chiarire come la soluzione migliore sarebbe la predisposizione di un mezzo ibrido fra un treno e un tram, così da poter facilmente transitare sia su rotaia extraurbana che dentro i paesi.
L’idea sulla carta è molto bella, peccato per la seconda parte – l’analisi economica dell’opera – che almeno in apparenza mette una pietra sopra ai sogni di gloria che vedevano il nuovo trenino partire dal capoluogo per raggiungere i piedi del Bianco e viceversa. I numeri parlano chiaro: l’opera costerebbe alle casse pubbliche almeno 437 milioni di euro per essere costruita – fra i 377 per le infrastrutture e i 60 per l’acquisto dei treni (almeno 12) -, poi ogni anno altri 16 milioni per sostenere i bilanci della società che andrebbe a gestire la tratta. E questo nel caso più ottimistico in cui l’opera non dovesse subire ritardi (ma siamo pur sempre in Italia!) e soprattutto che le stime dei ricavi annuali in capo all’ente gestore – previsti ottimisticamente in 3,3 milioni, fra l’incasso dei biglietti e gli eventuali ricavi pubblicitari – siano corretti.
Un’opera, dunque, che si annuncia mastodontica per le casse regionali e con pochissime certezze sulla sua sostenibilità. Regione che rimane ancora impegnata sotto altri fronti di spesa, quali la conclusione di un plesso universitario del tutto sovradimensionato, la costruzione della nuova ala dell’ospedale e il rinnovo degli impianti di risalita, solo per citare i più noti. Un impegno quello del treno-tram che – onestamente – non pare giustificato, anche se si percorressero difficili strade quali eventuali finanziamenti europei e/o nazionali.
Insomma, il trenino per Courmayeur pare rimanere un sogno di difficile realizzazione, però – chissà – potrebbero fare un’altra pista ciclabile. Per la classe media, in fondo, il futuro è pur sempre un super ecologico risciò. Lo dice l’Europa…
Giuseppe Manuel Cipollone