Soddisfazione e pacche sulle spalle nel transatlantico di Montecitorio sono state il giusto corollario – dopo un siffatto sforzo – per un esito dell’elezione del Presidente della Repubblica dai tratti surreali. Ed oggi, lasciatecelo dire, Sergio Mattarella si deve essere davvero sentito il primo degli italiani, il primo di quei milioni di cittadini che desiderano andare in pensione ma si trovano impossibilitati a farlo. Inchiodati dall’Inps, come Mattarella dai partiti.
Confermato controvoglia, all’ottavo scrutinio, Sergio. Una settimana di annunci, trattative, comunicati, proposte e veti, per ritornare dritti alla casella di partenza. Per questo Mattarella è l’uomo giusto per l’Italia, il primo rappresentante di un Paese fermo, immobile, retto volente o nolente da anziani che – spessso – vorrebbero godersi la meritata pensione ma non possono farsi da parte pena il diluvio. O almeno così si dice. I restanti invece sono coloro che non hanno nessuna intenzione di farsi parte, ma sovente sono quasi ottuagenari anch’essi.
Quanto siano distanti i tempi dei rottamatori è palese. Questa è l’Italia, qui si rottamano i rottamatori. Per questo Mattarella è l’uomo giusto al momento giusto, il garante di un Paese dove a lavoro ci andrai sdegnato ancora a 80 anni. Per il bene della nazione, per il bene collettivo, no?
Giuseppe Manuel Cipollone