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“Quando c’era Lui…”: se il voto di protesta stesse andando ad Augusto Rollandin?

Se non si arriva al punto di dire “quando c’era lui i treni arrivavano in orario” – perché sui treni in Valle d’Aosta servirebbe davvero un miracolo -, ci siamo quasi. Sicuramente andando a spasso per ‘nothra téra’ si ha davvero la percezione di un moltiplicarsi degli“almeno quando c’era lui qualcosa si decideva”.  

Non si può che parlare di Augusto Rollandin, l’eterno ritorno di un ex Imperatore non ancora in pensione. Anzi, tutt’altro, una figura che rischia – ogni volta che scende in campo – di scombinare pronostici ed esser determinante. Certo non si possono fare previsioni e quanto scritto di seguito non ha altro valore che una impressione di un modesto cittadino che gira le strade e parla con le persone. Di sicuro non si tratta di sondaggi, più attendibili e sui quali ben altri esperti avranno già prodotto i propri pronostici per le segreterie di partito valdostane.

Eppure il nome di Augusto Rollandin si ha davvero l’impressione che stia circolando in una chiave di lettura sui geniris se solo si pensa da quanti decenni, egli, solca la scena politica locale: il voto di protesta.

Il voto di chi, dopo averne fatto negli anni abiura, si trova persino a rivalutare un anziano “signore feudale”, pur di non guardare al vuoto pneumatico e al caos anarchico della politica venuta negli anni successivi. Ecco è con questo leitmotiv –“quando cera lui si decideva, non sempre bene, ma lo si faceva” – che una certa protesta aleggia come un fantasma sulla bocca degli elettori valdostani, una rabbia per la quale Rollandin rischia ancora una volta di esser il fattore determinante sul risultato delle urne per il Senato della Repubblica.

L’ex Imperatore è infatti un jolly che pesca ovunque, da destra a sinistra, passando per gli autonomisti. La vera incognita è capire in quale bacino pescherà di più e – da lì – stabilire l’andamento complessivo delle urne. E non è un caso – con tutta probabilità – che proprio in casa della coalizione autonomista-progressessista, al Senato si sia deciso di lasciare spazio proprio alla componente progressista. Forse nessuno degli autonomisti doc se l’è davvero sentita…

Giuseppe Manuel Cipollone