La festa di carnevale organizzata dal sindaco di Pont St. Martin, nei locali del comune, con balli e canti, con cittadini di altri comuni e probabilmente di altre regioni, in un orario che va oltre il coprifuoco delle 22, lascia davvero l’amaro in bocca a molti.
Alcune domande sorgono spontanee come per esempio è giusto e normale che gli uffici di un comune si usino per una festa privata? Le spese di luce, pulizie, eccetera sono a carico del comune? Il presidente prefetto Lavevaz userà la stessa modalità usata per i gestori e i clienti dei bar che ha sanzionato per il sindaco e i suoi invitati? Oppure si volterà dall’altra parte perché magari qualche invitato o il sindaco sono dello stesso partito?
Al di là delle possibili, e forse improbabili, sanzioni, nel vedere alcune scene si evidenzia sempre di più la distanza tra chi ha entrate sicure, che organizza feste senza problemi, e chi non riesce più a mettere nemmeno il pane sulla tavola e spera in ristori e aiuti che sono diventati una chimera.
Forse il sindaco più che dimettersi o chiedere scusa dovrebbe trovare soluzioni reali e concrete per quei cittadini che, nel suo comune, non riescono ad andare avanti e che nonostante i divieti stanno combattendo una battaglia, non contro le istituzioni, ma per la sopravvivenza loro e delle loro famiglie.
Sullo sfondo rimane la solita domanda alla valdostana, ovvero, se non si vota il partito giusto, ti tocca morire nella disperazione?
Ro.Co.