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Omicidio La Salle, al via il processo a Teima Sohaib: respinta la richiesta di perizia psichiatrica

Sohaib Teima
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di Redazione

È cominciato questa mattina, 7 maggio, davanti alla Corte d’Assise di Aosta, il processo a carico di Teima Sohaib, 22 anni, originario di Fermo. Il giovane è accusato dell’omicidio aggravato della compagna Auriane Nathalie Laisne, cittadina francese originaria di Lione. La giovane sarebbe stata uccisa tra il 26 e il 27 marzo 2024 con un’arma da taglio nei pressi della chiesetta abbandonata di Equilivaz, frazione nel comune di La Salle.

L’imputato, che si dichiara innocente, è chiamato a rispondere non solo dell’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame affettivo con la vittima, ma anche di occultamento di cadavere nell’intento di eludere le indagini. Secondo l’accusa, Sohaib avrebbe colpito la ragazza con un fendente alla gola, sotto la mandibola sinistra, provocando una lesione che ha attraversato la laringe fino a causare la morte per asfissia da inalazione di sangue.

Nel corso della prima udienza, il collegio difensivo — rappresentato dagli avvocati Luca Tommaso Calabrò e Lucia Lupi — ha presentato la richiesta di perizia psichiatrica per l’imputato, ma la Corte presieduta dal dott. Giuseppe Colazingari ha respinto l’istanza.

Ad esser stato accettato, invece, è l’accesso ai dati di un telefono cellulare sequestrato e a diverse intercettazioni telefoniche il cui contenuto non è ancora agli atti.

L’udienza si è aperta alle 09:30, alla presenza anche dei familiari della vittima, giunti dalla Francia con l’assistenza di un interprete e dei legali Jacques Fosson e Giulia Scalise. Presenti in aula anche i primi tre testimoni: un ufficiale e due sottufficiali dei Carabinieri del Comando provinciale di Aosta, protagonisti delle indagini coordinate dal PM Manlio D’Ambrosi.

Teima Sohaib era stato arrestato in Francia, dove aveva già riportato una condanna per maltrattamenti nei confronti della stessa Auriane. È stato poi estradato in Italia il 18 novembre scorso. Le prove raccolte dagli investigatori del reparto operativo di Aosta, sotto la guida dell’allora Tenente colonnello Tommaso Gioffreda, hanno evidenziato un disegno criminoso premeditato. In particolare, emerge che l’imputato avrebbe tentato di far arrestare la ragazza il 1° marzo 2024, collocando 60 grammi di cocaina nel suo bagaglio e avvisando la Polizia di frontiera a Fiumicino. Inoltre, avrebbe sporto denuncia nei confronti della giovane presso la Questura di Fermo per presunte minacce.

Il movente e il piano — sempre secondo la ricostruzione della Procura — sarebbero culminati con l’invito a un viaggio in Valle d’Aosta, con la scusa di una vacanza. Qui, in un luogo isolato e difficilmente accessibile, l’indagato avrebbe compiuto l’omicidio, occultando poi il corpo all’interno della chiesa diroccata, posizionandolo su un fianco, con una pietra dietro la schiena, per ritardarne il ritrovamento e favorire la fuga in Francia.

Nel processo sono previsti circa 50 testimoni: una quindicina per l’accusa e oltre 30 per la difesa. Le udienze proseguiranno nelle prossime settimane.

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