Saranno due gli ordini del giorno presentati dal deputato, Franco Manes, alla Camera dei Deputati sul dl inerente l’accordo con la Svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri.
Il deputato Manes evidenzia che “per la conformazione geografica della nostra regione è importante definire che tutti i lavoratori residenti in Valle occupati in Svizzera siano considerati lavoratori frontalieri”.
In base all’art. 3 dell’accordo l’imposizione dei lavoratori frontalieri deve essere effettuata seguendo il criterio della tassazione concorrente: sia nello stato dove viene prestato il lavoro, sia nello Stato di residenza. Lo Stato dove l’attività lavorativa viene esercitata preleva una ritenuta alla fonte, fino ad un massimo dell’80% di quanto dovuto in base alle disposizioni sulle imposte sui redditi delle persone fisiche, comprese le imposte locali.
Lo Stato di residenza del lavoratore, a sua volta, tassa il reddito per interno, andando tuttavia ad eliminare la doppia imposizione giuridica secondo quanto previsto dalle disposizioni convenzionali in vigore tra Svizzera ed Italia. Inoltre è previsto un principio generale per cui il carico fiscale complessivo non può essere inferiore rispetto all’imposta che sarebbe prelevata in applicazione del previgente accordo del 1974. Coloro i quali entrano nel mercato del lavoro come frontalieri a partire dalla data di entrata in vigore dell’accordo saranno considerati come “nuovi frontalieri”.
I due odg presentati da Manes sono in funzione delle esigenze di territori e comuni valdostani di confine con la Svizzera.
“La Regione Autonoma Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste, da sempre aperta e favorevole agli scambi transfrontalieri anche per il suo bilinguismo e per i rapporti secolari con il vicino Cantone del Vallese, con il quale dal 25 maggio 1990 è associata nella Convenzione sulla cooperazione e collaborazione transfrontaliera – spiega Manes – si trova in una situazione di generale perifericità e di difficile accessibilità rispetto alle realtà produttive e occupazionali svizzere ma anche italiane, risentendo così della perdita di professionalità dei lavoratori che scelgono di lavorare nel vicino Vallese o anche in altri cantoni, con un impatto sulle imprese locali, sullo sviluppo economico e sui servizi tra cui quello sanitario”.
Per queste ragioni il deputato unionista impegna il Governo “ad individuare, di concerto con le Regioni interessate, misure idonee a mantenere attrattivi i territori di frontiera affinché non si disperdano risorse e professionalità ma si pongano le condizioni necessarie al richiamo di lavoratori e investimenti, per la Regione Autonoma Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste anche attraverso adeguate politiche fiscali che tengano in considerazione le peculiarità dello Statuto Speciale di Autonomia”.