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Lo sfratto di un invalido scatena la polemica, attacca la Lega: “disumanità da parte di ARER”

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di Redazione

L’ultimo caso di sfratto dalle case popolari, avvenuto al Q.Dora ad Aosta, che ha colpito il nucleo familiare del 65enne F.L., invalido sulla sedia rotelle a cui è contestata una morosità, promette di attirare le polemiche politiche intorno ad ARER. La vicenda è arrivata all’attenzione degli organi stampa ieri, ed oggi è iniziato lo scontro con la Lega Vd’A che per prima apre lo scontro con ARER.

“Più volte (…) abbiamo segnalato numerosi casi che evidenziano (…) la disumanità con cui ARER, l’agenzia che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica nella nostra Regione, agisce nei confronti di persone con fragilità, siano esse fisiche o economiche”, scrive il Carroccio.

“Fra i casi più eclatanti possiamo ricordare quello dell’utente non vedente sistemato in un alloggio di fatto inagibile e costretto poi a cercare, nonostante il suo diritto a risiedere in una casa popolare, un’altra sistemazione. Senza dimenticare la persona rimasta senza alloggio a causa di un incendio ed ignorata, al punto tale da ridursi a dormire nei parchi e negli uffici. Fatti che dimostrano che la gestione delle case popolari è ormai fuori controllo”.

“L’ultimo caso, in ordine di tempo, evidenziato dagli organi di informazione, riguarda una persona affetta da una patologia autoimmune invalidante che ha dovuto subire uno sfratto poiché risultava moroso – commenta la Lega. Uno sfratto a cui si è opposto strenuamente poiché, a fronte di una pensione di circa 800 euro percepita, la somma da versare ad Arer era nettamente superiore. Una situazione già di per sé paradossale a cui si aggiunge il fatto che l’utente, che non potendo muoversi da casa a causa della terapia salvavita che deve seguire all’interno delle mura domestiche, si è visto cambiare la serratura senza che gli venissero consegnate le chiavi, rimanendo sostanzialmente prigioniero a casa sua”.

L’attacco del Capogruppo del Carroccio

Questo ennesimo caso – dichiara il Capogruppo della Lega Vallée d’Aoste, Andrea Manfrin -, che si accompagna a decine di altri, altrettanto gravi, non può rimanere impunito. Chi ha sbagliato e continua a farlo, considerando le case popolari alla stregua di beni di lusso, dimenticandosi che sta operando con persone con profonde fragilità, deve pagare e caro. I vertici di ARER devono rispondere, assieme all’assessorato alle Politiche Sociali, della disperazione in cui stanno gettando decine di famiglie!

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