“L’esercizio delle funzioni prefettizie da parte del presidente della Regione non era stata oggetto, sino ad ora, di specifico e puntuale approfondimento scientifico, si è quindi colta l’opportunità di fornire finalmente alla comunità valdostana un contributo sostanziale sul punto”. Il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha aperto così la serata dedicata alla presentazione dello studio sulla funzione prefettizia del presidente della Regione, che rappresenta una delle principali peculiarità dell’ordinamento giuridico valdostano e un unicum nel panorama italiano.
Lo studio, curato da Roberto Louvin, professore associato di diritto pubblico comparato dell’Università di Trieste, ripercorre le dinamiche che furono alla base dell’attribuzione delle funzioni prefettizie, indaga il concreto svolgersi di queste funzioni fino ai giorni nostri senza trascurare il confronto con le altre realtà ad autonomia speciale italiane e uno sguardo comparato più ampio. Rientra tra le attività di approfondimento scientifico sostenute dall’assemblea legislativa valdostana e discende da una risoluzione approvata dal Consiglio Valle nel 2020 che impegnava l’ufficio di presidenza a promuovere iniziative pubbliche su questa tematica.
“È indispensabile – ha proseguito il Presidente Bertin – comprendere appieno le ragioni di fondo di questa che non è solo una soluzione organizzativa, ma che è il riflesso stesso di un modo peculiare di concepire lo Stato in periferia. Oltre al valore che lo studio riveste in sé, testimonia in concreto un modo di intendere un’esperienza di autonomia e l’occasione per ribadire l’importanza della valorizzazione degli elementi distintivi della nostra autonomia speciale, il cui futuro dipende dalla nostra attenzione di oggi”.
L’intervento del professor Louvin
“Lo studio è il frutto di una complessa ricerca durata quasi due anni e fa luce su un aspetto originale e positivo del modello autonomistico della Valle finora poco conosciuto – ha detto il professore Roberto Louvin, curatore del volume -. L’attribuzione dei compiti prefettizi al presidente della Regione ha un’origine storica singolare, ma si può dire, alla prova di settant’anni di esercizio, che è ormai ben radicata e aggiungerei che ha dato vita a una formula a cui oggi guardano con interesse, come hanno confermato gli autorevoli interventi dei colleghi Rolla e Cosulich che hanno partecipato allo studio, anche le altre Regioni e province autonome“.
“Lo Stato qui non è una presenza lontana e antagonista – ha proseguito Louvin -, ma è concretamente rappresentato da un organo elettivo, il presidente della Regione, che opera come snodo operativo efficace in una Regione che oltretutto ha anche le competenze che altrove svolgono le province. È necessario però ‘coltivare’ seriamente questa originalità, tenere alto il livello qualitativo dell’amministrazione regionale, preservare la sua neutralità nello svolgimento di questi delicati compiti e completare rapidamente, con alcuni interventi attuativi, l’aggiornamento della normativa in questa materia.”
Oltre al prof. Louvin, sono intervenuti Giancarlo Rolla, già professore ordinario di diritto pubblico comparato dell’Università di Genova e Matteo Cosulich, professore ordinario di diritto costituzionale dell’Università di Trento, che hanno contribuito alla realizzazione dello studio. La serata è stata moderata da Silvia Savoye, direttore responsabile della testata online Aostasera.