Respinta attraverso una astensione trasversale di forze politiche la richiesta della Lega VdA di intitolare un cippo commemorativo a Antonio Sonatore, il docente 49enne che nel lontano 1996 – al termine di una complicata vicenda giudiziaria che lo vide soccombente – si diede fuoco davanti al tribunale di Aosta in segno di protesta verso l’impossibilità di vedere propria figlia dopo la separazione.
A farsene portavoce il capogruppo del Carroccio, Andrea Manfrin, che in aula ha provato sostenere la bontà di un ricordo che incarna le istanze di tanti genitori separati: “dopo il tragico gesto, Antonio Sonatore è divenuto simbolo di un movimento di genitori separati, principalmente padri, che difendono l’inalienabile diritto dei minori a crescere serenamente con entrambi i genitori anche dopo la separazione degli stessi. (…) spesso le prassi dei tribunali tendono a concedere l’affidamento prevalente dei figli alla madre e che, solo raramente, viene concesso l’affidamento condiviso. E non possiamo nemmeno dimenticare il fatto che i padri, a causa delle cifre a volte troppo alte che devono versare alle ex mogli per contribuire al mantenimento dei figli, sono spesso costretti a indebitarsi fino ad arrivare a un impoverimento tale da costringere alcuni di loro a vivere in auto o per strada. Senza parlare poi della sofferenza di molti padri separati che non possono vedere i figli e che per questo si tolgono la vita“.
La risposta del presidente Testolin
Il presidente Testolin, che si è detto in difficoltà sul tema, ha comunque chiuso all’ipotesi di un cippo commemorativo ad Antonio Sonatore. Il presidente ha fatto presente che il percorso più indicato per ottenere dei monumenti commemorativi, a prescindere dal tema, non sia quello di un’iniziativa in Consiglio Valle, ma passi attraverso il coinvolgimento degli enti locali.
Inoltre – dice Testolin in Consiglio Valle – sarebbe stata la figlia stessa di Sonatore a contattarlo per caldeggiare che il tema della vicenda di suo padre non diventi oggetto di scontro nel dibattito politico. Quindi il presidente ha chiesto il rispetto dei percorsi vita che segnano vicende ancora sentite.
L’iniziativa è stata respinta con gli 11 voti a favore della Lega e l’astensione delle altre forze politiche.