Tanti giovanissimi, ma ancor più sono i silenzi e le lacrime per l’ultimo saluto a Michael Barailler, il sedicenne morto a St. Pierre – domenica 5 maggio – per un tragico incidente in moto. Una comunità intera si è così stretta intorno alla famiglia, che piange il giovane scomparso in modo prematuro.
Trovare le parole giuste nel momento più difficile spetta a don Gabriel Bogatu, parroco di St. Pierre, che esordisce: “in questo momento, ci stringiamo alla mamma Silvia, al papà Edy e al piccolo Thomas. Oggi siamo qui perché tutti i bei momenti assieme a Michael possano diventare una preghiera”.
Durante la cerimonia funebre viene letto il passo del Vangelo di Marco (16, 1-8), quando Maria di Magdala insieme a Maria di Giacomo e Salomè, si recano al sepolcro di Cristo per ungerne il corpo, ma lì scoprono che – miracolosamente – la grande pietra che lo chiudeva era stata rimossa. Dentro un angelo annuncia la resurrezione di Gesù, che già attende gli apostoli in Galilea.
Il Vangelo scelto vuole ricordare come la morte in Cristo non è vera morte, ma il primo passo verso una vita nuova. Ed è su questa consolazione che pone l’attenzione il parroco, che dice: “insieme proviamo ad aprire il nostro cuore a quel segno di speranza che Gesù ci offre. Noi non siamo qui per celebrare la morte, siamo qui per celebrare la vita nuova che Gesù ci dona”.
I molti convenuti si sono uniti alla cerimonia per Michael, uniti in un’atmosfera di cordoglio per una morte ingiusta e incomprensibile. E sono ancora le parole pronunciate in chiesa da don Gabriel a precedere l’ultimo viaggio del feretro verso il cimitero di paese: “ci accostiamo in silenzio al grande dolore di questa famiglia. Comprendo questo dolore, Michael non è più qui. Ma fatemi ripetere, in mezzo a tante lacrime, non abbiate paura di spendere la vita per il bene. Che il Signore ci dia la forza per continuare il cammino intanto che gli consegniamo Michael, il nostro bene più prezioso. Ma Michael ci precede e lo rivedremo”.
Giuseppe Manuel Cipollone