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I Sindacati sanitari denunciano: “troppo odio sul personale, pronti allo sciopero generale”

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di Redazione

Le sigle sindacali del personale sanitario non ci stanno e – per la prima volta – scendono in campo compatte per rispondere alla pressione che si è innescata sul comparto.

“Leggiamo oramai quotidianamente un susseguirsi di lamentele, di cui molte fini a sé stesse, con il mero scopo di sminuire, per non dire infangare la professionalità e gli sforzi del personale sanitario, in primis dei medici ospedalieri, che lavora per garantire le urgenze nell’unico ospedale della regione “sotto assalto” durante i mesi estivi (e non solo) per la presenza attualmente di una popolazione di circa 900 mila persone tra residenti e turisti”, si legge nella premessa di una nota stampa congiunta delle sigle ANAAO-Assomed, AAROI Emac, CGIL FP, CIMO, CISL FP, FASSID, FESMED, FVM, NursingUp, SAVT Santé e UIL-FPL.

Attacchi da parte di politica e media locali a cui, da ora in avanti, il sanitari non vogliono più soprassedere: “con rammarico – e anche con una certa rabbia – vediamo pubblicate a piene pagine sui giornali locali le lamentele non solo da parte di comuni cittadini che non sono sempre in grado di comprendere i disagi che purtroppo affliggono da tempo tutta la sanità pubblica italiana e regionale, ma – e questo lo riteniamo molto grave – anche da parte di personaggi che si occupano di sanità pubblica all’interno della nostra regione e che (…) dovrebbero ben conoscere le criticità, le difficoltà e le caratteristiche di un sistema complesso qual è quello delle cure in uno dei momenti peggiori per tutto il SSN”.

Sanitari che non risparmiano la politica, sostenendo che alcuni fra essi stiano speculando sulle criticità che si registrano in ospedale: “sono purtroppo in aumento i rappresentanti della politica che, nella segnalazione di eventuali disservizi o disagi (…), invece di comprendere le difficoltà lavorative che affrontano coloro impegnati nell’urgenza (come i medici di Pronto soccorso, i radiologi, i consulenti reperibili, gli infermieri di turno, i tecnici sanitari e gli operatori socio-sanitari) in questo periodo di iper-afflusso turistico e di obbligatorio ammodernamento digitale della cartella clinica elettronica (attualmente ulteriore e importante fonte di allungamento delle tempi di attesa, di surplus lavorativo e di malessere per operatori e pazienti), si sono trasformati in spietati critici e cavillosi “controllori” degli aspetti organizzativi, della qualità della diagnosi e terapia (come se fossero esperti in materia!) delle tempistiche medie di attesa, della dotazione alberghiera (come ad esempio coperte e cuscini e chissà cos’altro), della differenza di temperatura tra i diversi ambienti del nostro vetusto ospedale, com’è noto a tutti”.

I sindacati ricodano quindi di esser componenti attivi e di presidio della qualità del comparto sanitario, ma – al contempo – di far parte del personale che sanitario che ha deciso di ribattere ai continui attacchi ingiustificati: “è nostro compito stigmatizzare i commenti e talvolta le illazioni che sistematicamente alcuni personaggi attraverso i social-media e i giornali pubblicano, con la scusa di “corretta” informazione, che quasi sempre sono basate sul percepito e non su quanto effettivamente accaduto, che stanno di fatto demotivando, scoraggiando e sminuendo il lavoro di tutti i sanitari (…)”.

“Basta con i continui attacchi frontali rivolti in particolare ai medici che lavorano nell’urgenza e ai consulenti che, in questo momento di massimo afflusso turistico, sono stremati dal lavoro e dallo stress lavoro-correlato. Sappiamo bene che le cose non funzionano come dovrebbero nella macchina
organizzativa dell’urgenza ed è un dato di fatto che sia la direzione aziendale, che l’Assessorato. che gli operatori sanitari stiano lavorando insieme per migliorare tutto ciò che si può migliorare con le risorse umane a disposizione. Ma non accettiamo nel modo più assoluto, come professionisti e come organizzazioni sindacali, che si parli di mancanza di professionalità di una parte più o meno ampia del personale e che si insinui che solo pagando i medici ospedalieri mediante la libera professione venga reso ai pazienti un servizio migliore.

Purtroppo la misura è davvero colma e lo sconforto da parte degli operatori è sempre maggiore. Chiediamo che l’Azienda USL, l’Assessore e tutte le forze politiche eegionali (e magari comunali) di maggiorana e opposizione siano inequivocabilmente più espliciti, anche pubblicamente, nel sostenere con forza l’operato di chi cerca di garantire le cure per tutti”, è l’appello dei Sindacati che poi minacciano anche lo stato di agitazione.


“In caso di persistenza del clima ostile, fomentato dagli “odiatori di professione” ed haters vari, se le dichiarazioni fatte da politica e istituzioni continueranno a essere, deboli e relative solo all’elencazione di posti letti liberi o al numero di “pazienti in boarding” o in attesa di dimissione dal Pronto soccorso/reparti, le organizzazioni sindacali preannunciano sin da ora la concreta possibilità di indire a breve lo stato di agitazione che potrà evolvere anche nello sciopero generale regionale della sanità pubblica, cosa che non accade in Valle d’Aosta da almeno 40 anni”.