Una giovane e esperta alpinista, colpita da un congelamento avanzato durante un’ascensione della parete Nord del Cervino, ha evitato l’amputazione delle dita dei piedi grazie all’intervento tempestivo e innovativo del reparto di Chirurgia vascolare e dell’Ambulatorio di Medicina di Montagna dell’ospedale ‘U.Parini’ di Aosta.
L’incidente risale al 9 novembre, quando l’alpinista ha affrontato temperature intorno ai -20°C, riportando un congelamento di terzo grado alle prime tre dita di entrambi i piedi. Dopo un primo trattamento ricevuto fuori regione, il peggioramento della situazione l’ha spinta a rivolgersi all’ospedale valdostano.
“Dal congelamento erano ormai trascorsi 19 giorni, un tempo molto lungo per intervenire – spiega il dott. Davide Piccolo, specialista in chirurgia vascolare. – Ci siamo resi subito disponibili a valutare la paziente, poiché dalle immagini sembrava possibile evitare l’amputazione”.
Ricoverata ad Aosta, la giovane è stata sottoposta a terapie con prostanoidi endovena ad alto dosaggio, supportate da ibuprofene e medicazioni specifiche. Dopo sette giorni, la paziente è stata dimessa e al successivo controllo i tessuti necrotici le sono stati rimossi senza la necessità di amputare le estremità degli arti inferiori.
La donna ha preferito rimanere anonima, ma è stata profondamente grata per le cure ricevute, raccontando così la propria esperienza: “le prime cure ricevute altrove non avevano fermato il peggioramento e i medici mi avevano prospettato l’amputazione. Il dolore e la paura erano enormi. Grazie alla competenza dell’équipe di Aosta e al coraggio nel trattare il mio caso, non solo ho evitato l’amputazione, ma ho ritrovato la possibilità di tornare alla mia passione per la montagna”.
Il caso ha messo in luce l’importanza della rapidità di intervento nei congelamenti avanzati. “Le prime 24-48 ore sono cruciali per evitare conseguenze invalidanti – sottolinea ancora il dott. Piccolo – ma spesso i pazienti perdono tempo cercando centri adeguati. Siamo stati contattati da pazienti provenienti da Canada, Himalaya, Patagonia e altre aree remote. La formazione continua e la collaborazione tra specialisti restano essenziali”.
Il commento dell’Assessore alla Sanità
L’Assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, ha dichiarato: “questo successo è una testimonianza del valore del sistema sanitario valdostano, che risponde alle esigenze di un territorio unico come il nostro. Il Centro di Medicina di Montagna è un fiore all’occhiello per l’intero arco alpino, capace di fornire cure di altissimo livello anche in situazioni complesse come questa”.