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Giorni di pressione sull’ospedale Parini, tra luglio e agosto il Pronto soccorso si trasforma in un “imbuto”

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di Giuseppe Manuel Cipollone

Un fenomeno oramai sistemico, accentuatosi dopo l’arrivo del Covid-19 e mai più rientrato del tutto: complice l’afflusso poderoso dei turisti per la stagione estiva, il Pronto soccorso dell’ospedale ‘U. Parini’ è da giorni sotto pressione.

Diverse segnalazioni confermano che la difficoltà di reperire posti letto, nell’ultima settimana, si sia fatta nuovamente sentire in ospedale, con il Pronto soccorso che si è trasformato in un imbuto per i pazienti in attesa di ricovero che hanno dovuto accontentarsi di una sistemazione provvisoria in barella per lungo tempo, in alcuni casi giorni. A cubare, inoltre, le difficoltà di implementazione di un nuovo software gestionale che avrebbe delle procedure rafforzate sul fronte della privacy.

Insomma, delle difficoltà ci sarebbero nonostante il grande sforzo del personale sanitario, descritto come “estremamente impegnato” ma parzialmente inerme di fronte alla carenza strutturale.

Una situazione critica rilanciata su un post social dal Consigliere regionale del Carroccio Andrea Manfrin, che – dopo aver visionato il 5 agosto scorso il PS – parla esplicitamente di una “bolgia dantesca” con “barelle ovunque, stipate anche nei corridoi”.

Uno scenario non condiviso invece dall’Assessore alla Sanità, Carlo Marzi, che rigetta ipotesi allarmistiche. Una situazione dell’ospedale, secondo l’Assessore, che certo subisce l’impatto dell’arrivo dei turisti, ma che non sarebbe drammatica. Ieri mattina erano due i posti letto disponibili presso il nosocomio, con una ventina di pazienti in attesa. L’Assessore promette a breve la diffusione di dati che dimostrerebbero come, nonostante delle criticità, il Pronto soccorso non versi in una situazione catastrofica o di difficoltà ingestibile.

Al netto dello scontro politico e del gioco delle parti, in ogni caso le testimonianze riportano giorni di notevole pressione per il Pronto soccorso di Aosta, che si trova ad affrontare il grande afflusso estivo in cui i turisti incidono in modo determinante sulla popolazione complessiva stanziata in Valle d’Aosta. E’ così che le carenze croniche dell’unico ospedale valdostano, tra luglio e agosto, ancora una volta, si fanno sentire sui tempi di attesa dei pazienti.

Giuseppe Manuel Cipollone

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