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Fra tradizione e innovazione: presentata la 1023esima edizione della “Foire”

di Redazione

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Fra tradizione e alcune importanti innovazioni, è questa la filosofia con la la quale la 1023esima Fiera di Sant’Orso torna nelle date classiche a fine gennaio.

“Si ritorna finalmente a vedere la Foire che tutti auspicavamo di vedere, nelle sue date tradizionali, in presenza e senza le limitazioni del passato”, lo dice nei saluti iniziali della conferenza stampa di presentazione l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Valle d’Aosta, Luigi Bertschy.

Quest’anno la millenaria fiera dell’artigianato valdostano vanta 999 espositori, oltre ai consueti padiglioni, uno dedicato ai mestieri tradizionali e l’altro ai prodotti enogastonomici tipici. Entrambi saranno aperti dal 28 al 31 gennaio. Torna anche il concerto di apertura della fiera, si terrà domenica 29 gennaio alle ore 21:00 presso la chiesa di Sant’Orso ad Aosta.

Manifesto della 1023esima edizione della Fiera di Sant’Orso

“Siamo tornati al numero di artigiani pre-pandemia e questo testimonia un grande interesse”, ha spiega Marco Riccardi, dirigente della struttura Artigianato di tradizione dell’assessorato regionale allo Sviluppo economico.

Una fiera all’insegna della trasversalità, con eventi che si intrecciano con la Saison Culturelle, con l’appuntamento di chiusura allo Splendor di Aosta alle ore 20:30 del 31 gennaio. Ma anche i nuovi punti selfie in Piazza Chanoux, o le mostre presso la collegiata dei santi Pietro e Orso e alla bocciofila del Q.Cogne come ricorda il sindaco del capoluogo Gianni Nuti.

Torna soprattutto la tradizionale Veillà, la sera del 30 gennaio le cantine degli aostani si apriranno di nuovo dopo che erano rimaste chiuse a causa del Covid-19.

Una fiera che ha impegnato economicamente la Regione Valle d’Aosta, circa 65.000 euro solo in promozione, aspetto che dimostra – secondo l’assessore Bertschy – la forte attenzione dell’amministrazione all’evento più importante della Valle d’Aosta.