L’arrivo delle elezioni politiche ha colto di sorpresa molte delle segreterie di partito, che ora si trovano a dover fare i conti con l’organizzazione di una campagna elettorale inaspettata e per molti versi incerta. Iniziano così sotto il segno dell’incertezza le elezioni nazionali 2022, con i primi tentativi di totonome – ancora molto in dubbio – affiorare dagli spifferi delle segreterie.
In un panorama di alleanze che si profila come tripolarizzato (con la variabile Giovanni Girardini) – una alleanza fra autonomisti, una dei movimenti progressiti e l’altra di centrodestra – iniziamo dalle certezze: non ci saranno i deputati uscenti, dopo l’On. Elisa Tripodi anche il Senatore Albert Lanièce ha dato forfait. Lo ha fatto attraverso un annuncio sul proprio profilo Twitter, eliminando dal campo un’ipotesi – che pur fino a ieri era restata in pista fra le più probabili – di una sua ricandidatura.
Al momento, dunque, la personalità più quotata in campo autonomista è Franco Manes, Sindaco di Doues e Presidente del Cpel. Il suo nome è ricorrente da tempo, apprezzato per la sua approfondita conoscenza del territorio e dell’amministrazione pubblica. L’unico neo sarebbe un atteggiamento di Manes ritenuto troppo “sgomitante” da parte di qualcuno dei suoi avversari.
Una cortina di fumo invece si leva sul campo progressista, dove è ancora difficile ipotizzare nomi. Ma probabilmente è anche perché nomi ancora non vi sono. Il perimetro dell’alleanza dovrebbe contenere, oltre al perno PCP, anche l’area di Raimondo Donzel e probabilmente Adu. Uno spiccato interesse da parte dei progressiti, poi, sarebbe diretto verso i movimenti di Giovanni Girardini, capitano di ventura di Renaissance Valdôtaine. Girardini, però, parrebbe più orientato verso altre strade, compresa la corsa in solitaria.
Diverso è il discorso dei progressisti nei confronti del PD, per il quale esiste un lumicino acceso ma anche un vincolo molto forte: lo scioglimento dell’alleanza con gli autonomisti. Quest’ultimo è un elemento di forte ostruzione affinché il PD possa pacificare il rapporto con ciò che esiste alla propria sinistra. Se i dem dovessero presentare un candidato di loro emanazione diretta, in pole partirebbe l’ex Sindaco di Aosta Fulvio Centoz, oggi – politicamente parlando – disoccupato di lusso.
Resta infine il centrodestra valdostano, la neonata alleanza in vista delle politiche. L’alleanza vedrebbe anche il supporto del movimento autonomista di Pour l’Autonomie. I rapporti sono stati burrascosi fino a poco fa e una certa diffidenza reciproca regna ancora, ma da tutte le segreterie arrivano parole di rassicurazione sulla tenuta della nuova convergenza. Anche in questo caso sul totonome non vi sono certezze, ma alcune ipotesi si possono azzardare. La candidatura al momento più sicura è quella della Lega VdA, dove la discesa in campo di Nicoletta Spelgatti pare molto quotata. Manca la conferma perché la Spelgatti non avrebbe ancora sciolto definitivamente una riserva personale, ma ciò dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Una volta sciolta la riserva la candidata al Senato dovrebbe essere lei.
Sul secondo candidato del centrodestra, invece, vi è decisamente più incertezza. L’unico dato assodato è che questo – salvo imprevisti dell’ultimo minuto – sarà di espressione del partito attualmente in più forte crescita, ovvero Fratelli d’Italia. E ciò con il beneplacito di Forza Italia e di Emily Rini. Nonostante alcune ricostruzioni giornalistiche vedevano Alberto Zucchi in pole, quest’ipotesi al momento non è fra le prime opzioni sul tavolo. Un altro candidato sarebbe invece nel prossimo orizzonte del partito di Giorgia Meloni.
Cipollone Giuseppe Manuel