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Elezioni politiche, gli autonomisti-progressisti chiudono la campagna elettorale: “serve autonomia responsabile”

Si è svolta ieri sera al Théatre de la Ville di Aosta il comizio conclusivo di ‘Vallée d’Aoste’, la coalizione autonomista-progressista che candida a parlamentari Franco Manes e Patrick Vesan. Sala piena per la coppia Manes-Vesan, con oltre 250 spettatori attenti e partecipi.

La serata è iniziata con un omaggio video ai candidati, che ha riassunto gli impegni e gli incontri con le parti sociali dei due. Inseguito una lunga carrellata di personalità politiche della nostra regione. Parola al Sindaco del capoluogo, Gianni Nuti: “è stata una campagna strana, più silenziosa del solito, segno della disaffezione verso la politica. In questi casi lo sappiamo, potrebbero vincere gli uomini forti, ma noi abbiamo opposto un lavoro sinergico e corale. Manes e Vesan sintetizzano le anime varie di questa alleanza”.

Il Sindaco ha poi ripercorso i capisaldi filosofici di quello che considera pensiero europeo: “non è vitale un futuro fatto di muri, di amicizie guerrafondaie. Riconosciamo la storia europea che non è quella del self-made man, noi siamo ancorati ad una idea di popolo trascendente. Noi siamo coloro che affondano le radici in un pensiero profondo, senza bisogno di ostentare croci e santini”

Nuti ha infine richiamato alla pragmaticità della buona politica – “i  nostri due candidati non raccontano fanfaluche” – esortando i sostenitori a convincere gli indecisi, senza però raccontare promesse inverosimili.  

Spazio anche all’intervento di Alberto Bertin, Presidente del Consiglio Valle, che ha attaccato i nostalgismi – chi del muro di Berlino, chi dell’Imperatore – ironizzando sullo scontro interno al centrodestra: “più che centrodestra unito, dovrebbero chiamarsi ultradestra disunita”.

Un’altro affondo è arrivato poi dal Presidente della Regione, Erik Lavevaz, che ha ricordato la sfida epocale della crisi energetica, criticando i partiti che hanno voluto una campagna elettorale in un momento delicato come quello attuale. Il Presidente Lavevaz ha ironizzato sull’ipotesi – rilanciata da “alcuni politologi locali” –  che il voto di protesta stia confluendo su Augusto Rollandin: “come possono alcune candidature che paiono malinconiche nostalgie attrarre il voto di protesta. Quando Patrick (Vesan) iniziava l’asilo qualcuno era già in consiglio regionale da qualche anno”.

Dopo il lungo preambolo è arrivato il momento topico dei due candidati, ognuno dei quali ha esposto le criticità della nostra regione. Vesan – candidato al Senato – si è domandato come vorremmo vedere la Valle d’Aosta, rispondendosi: “la immagino come una giovane donna multitasking, sia madre che una realizzata professionista”. Per il professore universitario è necessaria una maggiore integrazione europea e una autonomia responsabile, una politica della “serenità” contro la politica urlata e della rabbia.

Non si risparmia nemmeno una stoccata Vesan che ricorda a chi sostiene che l’esperienza sia un metro di scelta insuperabile: “qualche volta responsabilità è anche sapersi mettere di lato e favorire le energie nuove”.

Franco Manes, invece, ricorda il mese intenso di campagna elettorale, fitto di incontri per capire le esigenze del territorio: “saremo deputati di prossimità, dediti ai problemi della nostra regione. Non vogliamo assistenzialismo, ma opportunità di sviluppo. La montagna è una risorsa”. E ancora: “solo noi abbiamo messo in campo volti nuovi, invece molte delle forze nazionali stanno promettendo l’universo mondo ma sono delle balle”.

La serata si è conclusa con l’intervento di congendo del Sen. Lanièce, un video di sostegno delle giovanili di partito e l’immancabile inno popolare ‘Montagnes Valdôtaines’.

Giuseppe Manuel Cipollone