Una lettera aperta firmata in calce da quattro movimenti politici apre un prima crepa sulla decisione del Governo regionale – di concerto con l’USL della Valle d’Aosta – di avviare una campagna vaccinale estesa a tutti i 38 mila bovini presenti sul territorio regionale. Una lettera siglata dai quattro referenti regionali di Vd’A Futura, Fratelli d’Italia, Lega e La Renaissance – rispettivamente Manuela Careri, Alberto Zucchi, Marialice Boldi e Giovanni Girardini – in cui si espongono diverse domande e richieste di chiarimento al Governo regionale.
“Sono ormai diverse settimane che si tratta il tema della Dermatite nodulare bovina, malattia che colpisce i bovini. La situazione nella nostra Regione, pur essendo comunque da non sottovalutare, non è paragonabile a quella presente in Savoia in cui il virus ha colpito diversi capi portando anche all’eliminazione di capi sani, per via dei regolamenti europei che inseriscono la malattia nella cosiddetta categoria A – si legge nella missiva. Ad oggi nel territorio valdostano non esistono casi accertati di presenza della malattia e solamente una parte della Regione, che dovrebbe coinvolgere circa 4 mila UBA sui 38 mila totali, è inserita nella zona di sorveglianza. Nei giorni scorsi è stata data comunicazione dell’imminente avvio della campagna vaccinale obbligatoria, comunicazione che ha generato preoccupazione e timori tra allevatori e cittadini, in particolare per l’utilizzo di un vaccino vivo attenuato come si evince dal documento ‘Effetti collaterali a seguito della vaccinazione’ promosso dalla Regione Autonoma e dall’Azienda USL. Crediamo sia assolutamente necessario, con spirito costruttivo, avere risposte a tutta una serie di domande che nascono spontanee, col fine di rassicurare gli allevatori e tutti i cittadini della nostra Regione sulla malattia e sulla vaccinazione”.
Le domande dei movimenti al Governo regionale e alle autorità sanitarie
La lettera espone quindi 11 punti – fra considerazioni e domande – aperte al Governo regionale e alle autorità saniatrie, che sollevano diversi profili e perplessità circa le modalità con cui è stata decisa la campagna vaccinale a tappeto. Di seguito il testo integrale:
“1) Innanzitutto, sarebbe importante capire quando e con quali enti/associazioni di categoria/portatori di interesse valdostani ci sia stata una consultazione riguardante la situazione attuale in merito alla malattia. Da ciò che abbiamo potuto appurare, gli allevatori hanno appreso della vaccinazione a decisione già presa, senza essere coinvolti in una valutazione preventiva;
2) Vi sono poi – nel particolare – gli aspetti tecnici e scientifici da comprendere: qual è la base normativa su cui si fonda la decisione di procedere con la vaccinazione? Comprendendo la complessità e la stratificazione normativa europea, sarebbe opportuno avere chiari a quali articoli e commi dei regolamenti europei, tra cui il Regolamento 2018/1882, il Regolamento 2020/687, il Regolamento 2016/429, il Regolamento delegato 2023/361 e la Decisione di esecuzione 2023/1521 della Commissione Europea, siano stati le basi per le decisioni prese;
3) Importanti sono poi dei chiarimenti sul vaccino. Si chiede il motivo per cui sia stato scelto l’Obp Vaccines rispetto ad altri, quale sia il contenuto del vaccino e se sia confermato che si tratti di un vaccino vivo attenuato? Inoltre doveroso è capire su quali animali sia stato testato e con quali risultati. Non secondaria è poi la richiesta di capire quale sia l’autorizzazione ministeriale che ne consente l’uso;
4) Esistono poi da considerare gli aspetti economici: quanto è costato il lotto di vaccini proveniente dal Sudafrica? Chi sostiene i costi: l’UE, lo Stato, la Regione? Qual è la ripartizione?;
5) Tenuto conto che l’anno scorso è stato necessario adottare misure contro la Blue Tongue, ci si ricorda di come l’azione preventiva migliore scelta fosse l’uso di insettorepellenti, in quanto la malattia veniva trasmessa da mosche, zanzare, tafani. Ecco, considerato che anche per la Dermatite nodulare la trasmissione del virus avviene tramite gli stessi insetti, per quale motivo non si è considerato l’uso di insettorepellenti? È da sottolineare come in caso di temperature elevate il contagio sia più semplice rispetto a temperature più miti. La malattia è infatti stagionale da come si evince dal manuale operativo sulla Dermatite nodulare contagiosa del giugno 2025 del Ministero della Salute, quindi si presuppone che come la Blue Tongue essa col freddo possa ridurre la sua trasmissibilità da capo a capo tramite insetti vettori. Considerato che lo scorso mese di luglio ha avuto temperature al di sotto della media e che in genere ad agosto le temperature, soprattutto ad alte quote in cui sono presenti alpeggi, sono destinate a calare, per quale motivo non si è considerata l’ipotesi di un impiego massiccio degli insettorepellenti?;
6) Un altro tema da chiarire è l’efficacia e la diagnosi post-vaccinale. Una volta vaccinato un capo, le analisi mostreranno una positività distinguibile da quella causata da infezione naturale? O mostreranno invece una negatività? E poi, ci sarà una fase di monitoraggio dei bovini dopo la vaccinazione?;
7) Evidenziato come i vari Regolamenti europei citati in precedenza prevedano impatti importanti sulla movimentazione e sul commercio su cui, si è detto, si è chiesta una deroga, emerge una domanda centrale: dopo la vaccinazione, la Regione rientrerà nella zona di vaccinazione I dell’allegato IX del Regolamento delegato 2023/361. Quali saranno le implicazioni concrete sulla movimentazione di animali e prodotti soggetti a divieto di movimentazione come il materiale germinale? È da tenere infatti in considerazione che la Valle d’Aosta esporta vitelli, seme e prodotti in Francia, Svizzera e altri Paesi, cosa succederà?
Come si gestirà il rientro nella propria regione di mandrie piemontesi o di altre regioni, ora presenti in Valle d’Aosta, che saranno vaccinate? Quali sono i contatti con le USL delle altre regioni?;
8) Sono state annunciate richieste di diverse deroghe, quali nello specifico sono state richieste al Ministero, quali sono già state ottenute e quali ancora sono da definire? In particolare, qual è la situazione riguardante gli abbattimenti degli animali presenti nella stessa stalla di uno malato?
9) Elemento da chiarire sono gli effetti collaterali e i relativi possibili indennizzi. Tenuto conto della nota di venerdì 1° agosto in cui si sottolinea che gli effetti collaterali potrebbero coinvolgere lo 0,015% dei capi vaccinati, quali garanzie sono previste per gli allevatori in caso di effetti avversi del vaccino a breve, medio e lungo termine? Con effetti avversi si intende (sempre in potenziale) la morte dell’animale vaccinato, un aborto che l’animale può avere, un calo della produzione di latte, infertilità, un calo ponderale per il bestiame da ingrasso.
Esistono fondi di indennizzo già stanziati? Quali sarebbero gli importi e le tempistiche di risarcimento?;
10) Ci sono le ricadute sui prodotti locali. Quali potrebbero essere le conseguenze sulla commercializzazione dei prodotti derivati (latte, Fontina, formaggi, carne)? Sono previste limitazioni all’export o alla certificazione dei prodotti? Rimarranno sicuri da consumare?;
11) C’è poi possibilità di rifiutare la vaccinazione per i propri animali? Come? Esistono cure alternative come strategia di mitigazione del rischio o ci saranno sanzioni in caso di rifiuto?”.
Un lungo elenco di chiarimenti che costiuisce un vero e proprio fronte aperto con gli Assessorati regionali alla Sanità e all’Agricoltura che ora dovranno rispondere ai dubbi.
“Coscienti della non semplice gestione della situazione, riteniamo urgente e doveroso che le istituzioni regionali diano risposte chiare e trasparenti al fine di non alimentare malumori, al fine di non creare allarmismi e soprattutto per garantire tutte le misure necessarie a tutelare la salute degli animali e la sopravvivenza delle nostre aziende in una sinergia responsabile di tutti gli attori coinvolti”, conclude la nota congiunta dei quattro movimenti.




