Una lunga domenica per la macchina dei soccorsi, quella del 30 giugno: coordinata dalla Protezione civile valdostana, si è infatti attivata una prima risposta agli ingenti danni che la perturbazione e le esondazioni di sabato avevano lasciato sul territorio regionale.
Ad essere colpite più duramente sono state Cogne e Cervinia, l’una rimasta con i collegamenti ko e l’altra inondata dal fango, ma la conta dei danni è iniziata anche in altre aree della Valle d’Aosta. E forse, vista la potenza delle esondazioni, il bilancio poteva davvero essere peggiore. A partire da un dato positivo: l’assenza di persone rimaste coinvolte, l’ondata di maltempo non ha fatto morti né feriti.
Ma le criticità sul territorio rimangono, ed è già di prima mattina che inizia – in sordina – l’operazione che ha collegato Cogne ad Aymavilles con una sorta di “ponte aereo”, per trasferire le persone rimaste bloccate nella località di montagna. Una spola compiuta dagli elicotteri che si è fatta di ora in ora più consistente ed ha visto in azione prima due unità, per arrivare a sei, che hanno trasportato per tutto il giorno le persone a valle. E sono ben 546, fra turisti e residenti, le persone già evacuate da Cogne nella sola giornata di ieri, oggi è previsione il trasferimento di altre 250.
La prima riunione del CCS
La mattina del 30 giugno si è aperta con una prima riunione del Centro Coordinamento dei Soccorsi (CCS), tenutasi presso la sede della Protezione civile regionale a St. Christophe. Alla presenza del Presidente della Regione, Renzo Testolin, i vertici regionali di Vigili del fuoco, Protezione civile, 118, Cararabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Corpo forestale hanno fatto un primissimo bilancio delle problematiche e dei dissesti idrogeologici che aveva lasciato l’intensa perturbazione durante la notte precedente.

Fin da subito le situazioni di particolare criticità sono emerse nella vallata di Cogne e Valtournenche, ma esondazioni della Dora Baltea erano state registrate a Nus e Bard. Diverse colate detriche avevano colpito la viabilità secondaria. Una situazione complessa che – durante la conferenza stampa appena successiva al CCS – faceva sbilanciare il capo della Protezione civile regionale, Valerio Segor, sulla possibilità di predisporre la richiesta di stato di calamità naturale.
Così parlava il Presidente Testolin in quelle ore, dove la priorità era avere una panoramica generale dei dissesti sul territorio: “(…) ci stiamo concentrando soprattutto sull’accessibilità della valle di Cogne che esige interventi importanti che non potranno essere risolti nel breve periodo, cosi come sui servizi e i bisogni della comunità che è isolata dalle strade interrotte. Ma l’attenzione è alta anche sugli ingenti danni a Breuil-Cervinia e sul ripristino della viabilità in Bassa Valle”.
E ancora: “agli amministratori locali di tutti i Comuni coinvolti abbiamo chiesto di iniziare a contare i danni, per giungere nei prossimi giorni a una stima complessiva. Nel pomeriggio si riunirà la Giunta regionale per una prima ricognizione di tutte le problematiche. Questa emergenza sta mettendo alla prova la Valle d’Aosta, ma ha fatto emergere lo spirito di comunità, il senso del dovere e la grande professionalità di tutte le strutture impegnate senza interruzione da ieri: professionisti, volontari e amministratori pubblici che voglio ringraziare per il loro lavoro ed il loro impegno”.
La riunione straordinaria della Giunta regionale
Nel pomeriggio, invece, spazio alla componente più politica della gestione dell’emergenza. Il Presidente Testolin ha infatti convocato una riunione straordinaria della Giunta regionale, con l’obiettivo di fare un primo punto – insieme agli Assessori – delle azioni da mettere in campo da parte dell’esecutivo.

Secondo il Governo regionale la seduta avrebbe “permesso di condividere informazioni e valutazioni dei rispettivi settori di competenza, così come dei territori di provenienza, oltre che analizzare le attività svolte dalla Protezione civile nelle diverse località”.
Le criticità più rilevanti a tenere banco sono state, ovviamente, la valle di Cogne rimasta isolata a causa dell’interruzione della strada regionale. Sul punto l’esecutivo non ha potuto che prendere atto di come al momento non sia “possibile fare delle previsioni di breve periodo” sulle tempistiche di ricollegamento della viabilità. Ma anche l’abitato di Breuil-Cervinia “fortemente danneggiato”, su cui si è discusso dei profili economici e legati alla stagione turistica.
A preoccupare il Governo regionale anche le attività agricole, colpite soprattutto dalle esondazioni della Dora Baltea in Bassa Valle. Qui, ed in particolare ad Hône, l’acqua e il fango hanno ricoperto numerosi terreni coltivati.
La Giunta, esprimendo vicinanza ai cittadini coinvolti dalla calamità, ha però voluto “rassicurare i turisti” sull’agibilità delle località valdostane e sugli sforzi che verranno fatti per rendere di nuovo accessibile la vallata di Cogne nel minor tempo possibile.
L’arrivo del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio
Era atteso nella serata di ieri, 30 giugno, l’arrivo del capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. E così è stato.


Giunto in Valle d’Aosta, al termine di una riunione operativa, Curcio ha detto: “il primo punto è sempre la salvaguardia delle persone: anche con le evacuazioni preventive. La chiusura preventiva della strada” in direzione di Cogne “ha evitato situazioni drammatiche”.
“Lo vorrei sottolineare anche per ringraziare la prontezza di chi ha operato, perché queste attività preventive non si vedono se non nei risultati positivi. Quindi sottolineiamo il risultato positivo: nessuno, al momento, ha avuto problemi particolari”.
Giuseppe Manuel Cipollone




