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Corte dei Conti, a giudizio in 16 per presunte irregolarità sui contributi alle rassegne zootecniche

Sono 13 i politici, tra ex e attuali membri di Giunta regionale, oltre a tre dirigenti dell’Assessorato all’Agricoltura, citati in giudizio per un presunto danno erariale relativo all’erogazione di contributi agli allevatori nel 2018. La cifra contestata dalla Procura regionale della Corte dei Conti, su azione del dott. Giuseppe De Rosa, ammonta a circa 4 milioni di euro. L’udienza è fissata per il 26 marzo 2025.

L’indagine riguarda presunte irregolarità nell’applicazione della legge regionale del 2016 sugli aiuti all’agricoltura e sviluppo rurale, con particolare riferimento alle rassegne zootecniche. Le Fiamme Gialle contestano l’erogazione anticipata di contributi, fino al 90% del totale, prima dello svolgimento delle rassegne e senza giustificativi di spesa. Questo, secondo gli inquirenti, rappresenterebbe una violazione delle normative europee e regionali.

Tra i politici di spicco citati figurano Renzo Testolin, attuale Presidente della Giunta, Laurent Viérin e Nicoletta Spelgatti, ex Presidenti regionali, e vari altri membri delle Giunte regionali in carica tra il 2017 e il 2018. Anche tre dirigenti dell’Amministrazione regionale sono accusati di aver autorizzato i contributi senza adeguati controlli.

Inoltre, la Procura contabile sta indagando su ulteriori irregolarità riguardanti gli aiuti erogati negli anni 2019 e 2020.

PAS contro la Corte dei Conti

Sull’inchiesta contabile è Pays d’Aoste Souverain a prendere posizione, ribadendo la sua posizione a riguardo. Secondo il movimento indipendentista si tratta dell’ennesima “aggressione alla nostra Autonomia ed alla libertà di effettuare scelte politiche nell’interesse dei valdostani. Addirittura, quando certe decisioni erano in linea con direttive europee”.

“Pays d’Aoste Souverain esprime grande preoccupazione – continua la nota – per il fatto che la magistratura condanni a un risarcimento per finanziamenti/contributi concessi al mondo agricolo, erogati in base alle normative e come scelta politica per sostenere un settore così importante per la Valle d’Aosta, sia per l’aspetto economico sia di mantenimento dell’ambiente”. 

“Se i politici Valdostani non possono più amministrare nel rispetto delle norme e tutto deve essere deciso da poteri centralisti, l’Autonomia cessa di esistere”, conclude PAS.