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Brissogne, ancora nubi sul carcere dopo le dimissioni choc di un agente della Polizia penitenziaria

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di Giuseppe Manuel Cipollone

Nonostante l’attenzione costante dei media e l’arrivo della nuova Direttrice Velia Nobile Mattei, rimangono molto tesi i rapporti all’interno dell’istituto penitenziario di Brissogne. In prima linea resistono gli agenti della Polizia penitenziaria, che – ancora una volta – lamentano condizioni di lavoro non adeguate.

L’ultimo episodio è stato sollevato dall’Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria (Osapp), che ha rilanciato il caso di una recente dimissione da parte di un giovane agente – A.M. – giunte dritte sulla scrivania della dott.ssa Nobile Mattei. Una richiesta di dimissione immediata che, rispetto ad altre, mette nero su bianco carenze e difficoltà croniche, nonché presunti rapporti di lavoro “tossici” registrati all’interno dell’istituto peniteziario.

Un quadro, quello dipinto dall’agente dimissionario, talmente critico che è difficile persino immaginare come si potrebbe intervenire in modo risolutivo. Un quadro grave, però, confermato da più fonti attendibili, che anzi sottolineano il coraggio del giovane dimissionario nell’evidenziare problemi noti (e non) senza addurre motivazioni più generiche.

Da un lato le note carenze di personale, dall’altro la difficoltà di gestione di una popolazione carceraria che – sebbene non in sovrannumero – è divenuta più indisciplinata, meno timorosa delle regole e dell’autorità: ecco i fattori che stanno mettendo in grande difficoltà la Polizia penitenziaria, nonostante i tentativi di riforma delle modalità di custodia del detenuto e la regolare attività di denuncia svolta da parte dei diversi Sindacati di categoria.

Ma non solo, fa impressione la sequela di motivazioni notificate da A.M., per giustificare le proprie dimissioni, in cui si leggono affermazioni come “carico di lavoro e stress eccessivo”, “scarico di responsabilità” e “comportamenti umilianti” da parte della catena di comando verso i subordinati, “mancanza di chiarezza sui ruoli e nelle responsabilità”, nonché turni di lavoro “gravosi” e inconciliabili con le esigenze della vita privata.

Il documento con la lettera di dimissione in versione integrale:

Insomma, al netto delle percezioni che – è bene dirlo – possono anche essere soggettive, quella dell’agente A. M. sembra più una denuncia che una lettera di dimissione. Lettera pertanto che non poteva non scatenare reazioni contrastanti, anche all’interno del Corpo di Polizia penitenziaria, ma che dà il segno di quanto le difficoltà – in un ambiente che sempre più assomiglia ad un limbo – continuino a risultare per molti insostenibili.

“E questo è un problema che non potrà essere aggirato”, in attesa che una verifica ispettiva possa acclarare la reale situazione nell’istituto penitenziario di Brissogne.

Giuseppe Manuel Cipollone

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