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BLOG – Perchè essere vegani – di ELENA MARCOZ

di Redazione

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Per la nostra nuova rubrica, dedicata ad accogliere diversi spunti su tematiche di interesse attuale, abbiamo chiesto ad Elena Marcoz – da sempre appassionata di nutrizione, amante degli animali e della pratica sportiva (maestra di sci) e con un master di primo livello in Alimentazione e Nutrizione Vegetariana – di aiutarci ad approfondire il tema dell’alimentazione vegana. In questo primo articolo si offre una panoramica sulle motivazioni che nel 2021 dovrebbero spingerci a considerare una dieta a base vegetale. Per chi volesse approfondire, Elena gestisce un blog all’indirizzo: www.elenamarcoz.com

Mangiare è una delle azioni che maggiormente caratterizzano la nostra quotidianità. In genere mangiamo almeno 3 volte al giorno, ogni giorno, ma difficilmente ci interroghiamo sull’importanza di un’attività che risulta così naturale e spontanea. Ebbene le scelte sottostanti il consumo di alimenti non sono solo importanti, sono fondamentali sotto diversi aspetti, quali salute, impatto ambientale ed etica. Queste scelte comportano l‘assunzione di una grande responsabilità, verso noi stessi e verso gli altri.

Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, sicuramente oggi risultiamo più sensibili alla fragilità del nostro sistema sanitario, all’importanza dei nostri affetti, al devastante impatto ambientale derivante dalle attività umane. Questa maggiore consapevolezza può essere ignorata oppure può essere un prezioso valore aggiunto nella nostra esistenza, può spronarci a valutare dei cambiamenti nel nostro stile di vita e spingerci verso comportamenti più responsabili e sostenibili. Come? Il primo passo è  tanto semplice quando efficace: rivedere le nostre abitudini alimentari. Parlo di abitudini perché spesso le scelte alimentari sono dettate semplicemente da routine. Un’alimentazione vegana esclude dal piatto prodotti di derivazione animale e oggi è uno dei migliori strumenti di cui dispongono i singoli individui per assumersi la responsabilità del proprio futuro e di quello della società. Ecco perché!

Una dieta vegana equilibrata risulta essere il miglior regime alimentare per preservare la salute. Chiunque sostenga il contrario non è aggiornato in merito agli avanzamenti della ricerca scientifica. Per ragionare su un tema delicato come la salute occorre una solida base di riferimento, non ci si può basare sul sentito dire né sulle consuetudini alimentari… servono fonti accreditate. PubMed , che raccoglie solo articoli scientifici da bibliografia biomedica, è  un’ottima “biblioteca online” per approfondire il tema rigorosamente sulla base di pubblicazioni serie. Nell’epoca della massima diffusione delle fake news è fondamentale attingere a fonti affidabili prima di esprimersi. Cosa troviamo su PubMed in tema di salute e veganesimo? In estrema sintesi, non mettere nel piatto carne, pesce, latticini e uova ci aiuta a ridurre il rischio di sovrappeso-obesità, sindrome metabolica, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, cancro. Una dieta 100% vegetale risulta utile anche nel contrastare le patologie e ne riduce la mortalità. Non è poco, considerando che le alternative ai prodotti di origine animale oggi sono moltissime!

Preservare la salute non ci rende responsabili solo verso noi stessi (abbiamo un solo corpo, è utile prendersene cura), bensì ci rende responsabili anche verso le persone che ci vogliono bene (i nostri figli, genitori, parenti, amici). Conoscono genitori che evitano di fare attività spericolate per non far gravare sui loro figli l’eventualità di un loro infortunio o peggio… magiare vegetale può assumere la stessa connotazione, mettendoci, a parità di altre condizioni, nella miglior posizione possibile per mantenerci in salute. Preservare la nostra salute è, infine, una nostra responsabilità verso la società intera. Mantenerci in forma, o quanto meno compiere azioni responsabili per tutelare il più possibile la nostra salute, è importante per non gravare oltre il necessario sul Sistema sanitario Nazionale e non sottrarre risorse quando è possibile farne a meno, assumendoci la responsabilità della nostra salute.

La scelta vegana ci rende responsabili anche a livello di impatto ambientale. Sull’ambiente il cibo incide di più rispetto all’energia utilizzata e ai trasporti, inoltre modificare i nostri comportamenti alimentari dipende solo da noi ed è immediatamente applicabile. I ricercatori hanno scritto numerosi libri sull’argomento e non ho la presunzione di riuscire a proporre un riassunto esaustivo dei loro contenuti in poche righe… mi limiterà quindi, in questa sede, ad esporre alcuni numeri che possono aiutare a riflettere. Per produrre 1kg di carne servono 15kg di cereali, che se non fossero desinati all’allevamento potrebbero nutrire più persone rispetto a quel misero kg di carne… anche per questo gli allevamenti sono definiti “fabbriche di proteine alla rovescia”, nel senso che consumano più risorse di quante ne producano: la trasformazione da vegetale ad animale genera sprechi. Per coltivare i vegetali (destinati in misura crescente alla produzione di mangimi) servono almeno suolo, energia e acqua. Il suolo si ottiene disboscando le foreste, ma non possiamo più permetterci di produrre 15 volte più vegetali per sostenere l’allevamento intensivo. L’alimentazione onnivora consuma 18 volte più terreni rispetto all’alimentazione vegana… se tutti passassero ad una dieta vegana basterebbero circa un quarto dei terreni ad oggi utilizzati per sfamare tutta la popolazione mondiale. E come se non bastasse, l’allevamento intensivo aggiunge il problema della deforestazione (l’88% della deforestazione in Amazzonia è destinato ai pascoli e alla produzione di mangime) e della desertificazione. Dopo aver deforestato, nel 90% dei casi, il terreno (che non è adatto per questi utilizzi) diventa sterile nel giro di 8 anni… altre aree vengono quindi bruciate e il ciclo ricomincia.

La scelta vegana migliora anche l’impatto sociale delle nostre scelte alimentari. Si prevede che nel 2025 circa 2 miliardi di persone avranno difficoltà ad accedere all’acqua potabile. Non limitiamoci a chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti… possiamo fare molto di più evitando i prodotti di origine animale. Produrre cibo animale richiede da 3 a 50 volte più acqua rispetto a produrre cibo vegetale… 1 kg di carne richiede da 15.000 a 200.000 litri di acqua, 1kg di verdura/cereali/frutta/legumi da 500 a 2.000 litri. Si pone anche il problema del “FOOD VERSUS FEED”, si tratta del confronto tra la produzione di mangime per animali da allevamento e la produzione di cibo per umani, basti pensare che il 90% della soia coltivata al mondo è destinata agli allevamenti. I paesi più ricchi esportano acqua e cibo (sotto forma di mangime o carne) da paesi la cui popolazione fatica ad accedere ad acqua e cibo!

Un’ultima riflessione etica : ormai tutti sappiamo, almeno in fondo in fondo, che il veganesimo farebbe bene alla nostra coscienza. Produrre alimenti di derivazione animale oggi, con gli attuali metodi improntati all’abbattimento dei costi, è sbagliato e implica per gli animali atroci sofferenze… e semplicemente ne siamo coscienti. L’industria della carne (ma anche del pesce, uova, latte e derivati) è estremamente crudele e molto poco orientata al cosiddetto benessere animale. È per questo motivo che molti genitori portano volentieri i figli a raccogliere le castagne, a vedere un orto ma difficilmente a visitare un mattatoio…

Esistono prodotti di origine animale responsabili e sostenibili? Non lo so e ne dubito, in ogni caso di sicuro, da consumatrice, non sono in grado di individuarli… non ho mai visto nessuno chiedere al cameriere del bar che gli serve brioche e cappuccino l’origine del latte e delle uova utilizzate, né qualcuno informarsi al ristorante o al supermecato sulla provenienza della carne e sul trattamento riservato in vita e in sede di macellazione al bestiame. L’unica soluzione che ho indivuato io per essere responsabili dal punto di vista alimentare (uno degli ambiti che più incide su salute e ambiente) è il veganesimo. E tu vuoi provare a metterti in gioco?

Elena Marcoz