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Arcigay prova a entrare nelle scuole medie, Manfrin punta i riflettori: “tanti genitori mi hanno scritto”

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di Redazione

Il tema dell’educazione alla sessualità nelle scuole valdostane ritorna al centro del dibattito del Consiglio regionale con due iniziative del gruppo della Lega Vallée d’Aoste. Nello specifico il Consigliere Andrea Manfrin, Capogruppo del Carroccio, ha discusso due interrogazioni che riguardaano due differenti iniziative perorate dall’associazione ‘Arcigay Queer Vda’ e dall’Usl nelle scuole valdostane.

Le iniziative

Nel primo caso il Consigliere Manfrin si è lanciato all’attacco della comunicazione che Arcigay ha inviato alle scuole secondarie di primo grado della Regione. “Numerosi genitori mi hanno contattato per evidenziare l’arrivo, nella loro istituzione scolastica, di una mail della nota associazione politica Arcigay che chiede di poter tenere dei corsi di educazione alla sessualità nelle scuole. La mail è arrivata alle segreterie delle scuole secondarie di primo grado, il che significa che si rivolge a bambini che possono avere 11-12 anni” ha denunciato Manfrin, che poi ribadisce: “non bisogna permettere la propaganda arcobaleno nelle scuole”.

Nel secondo caso, ha puntato i riflettori sull’apertura di uno sportello di supporto per gli studenti della scuola Lexert che fra i temi di discussione presentava l’identità (di genere) che – secondo Manfrin – non ha alcuna autorizzazione da parte dei genitori.

La risposta dell’Assessore

Non si è fatta attendere la risposta dell’Assessore Jean-Pierre Guichardaz, titolare della delega all’Istruzione, che nel primo caso ha evidenziato la piena autonomia delle istituzioni scolastiche, quindi la facoltà di accettare, previo parere del Consiglio d’Istituto, i progetti che vengono ritenuti più idonei per la formazione dei giovanissimi studenti. Guichardaz ha ricordato però che “per l’anno scolastico 2023/2024 nessuna Istituzione, ad oggi, ha manifestato la volontà di aderire alla proposta” di Arcigay. Nel secondo caso, ammettendo l’inserimento dell’identità sessuale fra i temi elencati nella comunicazione alle famiglie, Guichardaz ha sottolineato come l’elenco fosse “indicativo e non esaustivo degli argomenti su cui i ragazzi potranno confrontarsi con lo sportello dedicato”.