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Referendum elettorale, è sorpresa: il SI è davanti al NO, ma lo scarto è poco

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di Redazione

Doveva essere un “cappotto” e invece il NO (ovvero la preferenza singola) dà filo da torcere al SI (tre preferenze). Di base le previsioni sono state rispettate, al referendum elettorale del 10 agosto 2025 vincono le tre preferenze ma lo scarto è molto minore del previsto.

Politicamente il dato è eloquente. La bassa affluenza – favorita dalla data agostana del voto referendario – ha avuto un effetto paradossale: favorire le truppe irrigimentate del NO, guidate dalla pattuglia di AVS-Rete Civica e Fratelli d’Italia Vd’A. Proprio la forze politiche guidate da un lato da Elio Riccarad e dall’altro Alberto Zucchi, rischiano di portare a casa un risultato inaspettato.

L’analisi del voto

Con 149 sezioni scrutinate su 150, in Valle d’Aosta il referendum si avvia a chiudere con la vittoria del SI (52,24%) mentre il NO si attesta al 47,76%. Il dato di Aosta città, però, si discosta nettamente dalla media regionale: qui la preferenza unica ottiene il 56,55% dei consensi contro il 43,45% della tripla. Il capoluogo contribuisce quindi in modo attivo a colmare lo scarto.

A livello territoriale il SI è prevalente in gran parte dei comuni montani e nell’Alta Valle, mentre il NO ha registrato risultati superiori alla media in diversi centri della Bassa Valle e – appunto – ad Aosta.

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Alleanza Verdi-Sinistra tuona contro Testolin: “il Presidente si dimetta”

Non perde tempo AVS-Rete Civica a passare all’attacco del Presidente Testolin, accusato di aver convocato un referendum in una data improbabile per poi subire un boomerang: “l’arrogante decisione di Testolin e dell’UV di fissare un referendum popolare nella settimana di Ferragosto ha avuto una risposta eloquente da parte degli elettori. Ha votato solo il 16% degli aventi diritto, un disastro partecipativo che dovrebbe indurre il Presidente della Regione a rassegnare le dimissioni da un ruolo che non è in grado di gestire utilmente. E la vicenda della legge elettorale è emblematica”.

“La maggioranza UV-PD ha forzato la mano portando all’approvazione del Consiglio una Proposta di legge inadeguata e fuori tempo massimo, quando non si sarebbero più potute espletare regolarmente le procedure per il varo di una legge di rango statutario – continua la nota. (…) Il risultato fallimentare è sotto gli occhi di tutti. La democrazia è partecipazione e se questa viene ostacolata e dissuasa, allora non c’è democrazia”.

AVS-Rete Civica che non manca una stoccata anche alle altre forze politiche che si sono, nel corso del tempo, disimpegnate dalla campagna referendaria a favore della preferenza unica: “siamo l’unica forza politica che ha condotto una vera campagna per il NO con incontri sul territorio e nonostante l’impossibilità di avere momenti di confronto politico e nonostante il divieto di affiggere i propri manifesti, prende atto che si sono espressi per il NO una notevole quantità di votanti(…)”.

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