Nuovo episodio di violenza in carcere a Brissogne, avvenuto ieri mattina – 24 agosto – quando un detenuto di origini nordafricane ha rifiutato di rientrare il cella per futili motivi, dando in escandescenza. Nonostante il tentativo di mediazione da parte di due agenti di Polizia penitenziaria nel riportarlo alla calma, l’uomo ha reagito con estrema violenza aggredendoli a suon di pugni.
Un’aggressione che portava gli agenti ad esser accompagnati al Pronto soccorso dell’ospedale U.Parini, con diversi segni dei colpi ricevuti e ben 30 giorni di prognosi.
Il commento del Sindacato Si.N.A.PPe
Il Vicesegretario regionale del Sindacato di Polizia penitenziaria Si.N.A.P.Pe, Matteo Ricucci, ha riaffermato che questi gravissimi episodi sono una vera e propria escalation violenta contro il personale di Polizia Penitenziaria che opera nella casa circondariale di Brissogne.
“Questi avvenimenti non sono fatti isolati e sono la tragica conseguenza di un sistema penitenziario cronicamente in sofferenza che andrebbe ripensato, considerata anche la gestione dei detenuti sempre più complessa che – per anni – ha vissuto in un clima di totale impunità”, sottolinea Ricucci.
Che poi continua: “il personale di Polizia penitenziaria è quotidianamente esposto a rischi elevatissimi, svolgendo un ruolo fondamentale per la sicurezza pubblica con abnegazione e professionalità, spesso in condizioni di estrema difficoltà e con risorse insufficienti. Nel condannare l’accaduto e nel richiedere urgenti interventi ai superiori uffici al fine di affrontare in modo strutturale le criticità rappresentate (…) augura pronta guarigione al personale vittima dell’aggressione”.
Stessa posizione da parte del Segretario nazionale Raffaele Tuttolomondo e del Segretario Generale Roberto Santini, i quali ricordano come serva un intervento per il ripristino sistematico dell’applicazione del 14Bis dell’Ordinamento penitenziario.
“Non è possibile che vi siano aggressioni con annesso danno all’erario dello Stato, considerati gli infortuni causati al personale di Polizia penitenziaria da questa popolazione detenuta senza freni inibitori”, commentano i due dirigenti del Sindacato.
Inoltre – il Si.N.A.PPE. richiede con forza un immediato e concreto intervento del Governo per espatriare i detenuti extra-comunitari.
“Questi facinorosi con questo modus
operandi fanno trasparire che non hanno alcuna intenzione di essere inseriti in un percorso di reinserimento nel tessuto sociale Italiano. L’unica soluzione è che scontino la pena nel paese di provenienza. Tutti i giorni su territorio nazionale, si registrano eventi che mettono a serio rischio l’incolumità del personale di Polizia penitenziaria che comunque, nonostante tutte le difficoltà, con sacrificio porta a termine i compiti istituzionali affidati”, concludono Tuttolomondo e Santini.