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Sanità, Vd’A Aperta: “performance in caduta libera, i dati fanno accapponare la pelle”

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“Dati da far accapponare la pelle e creare un terremoto nel Governo regionale, quelli pubblicati da Youtrend e riferiti ai monitoraggi di Agenas in merito al sistema sanitario valdostano: non solo si conferma un andamento decisamente negativo, ma la nostra regione risulta la peggiore d’Italia se prendiamo in considerazione tutte e tre le voci analizzate, la medicina territoriale, quella ospedaliera e la prevenzione (nelle ultime due risulta messa peggio solo la Calabria)”, inizia così la nota stampa di Vd’A Aperta.

Secondo la federazione di sigle di sinistra, la sanità valdostana sarebbe allo stremo: “un trend, quello della sanità valdostana, in caduta libera dai tempi (…) del Covid-19. Tanto rimossi che nessuna lezione, per quanto forte, è stata appresa e i dati del Ministero della Salute sui livelli minimi essenziali nel 2022 non lasciano alcuno scampo”.

“Ora la Regione ha deciso di affidare l’analisi e la valutazione delle performance dei Lea alla Fondazione Gimbe – continua la nota -, quella stessa Fondazione che (in risposta ad Erika Guichardaz) l’Assessore alla Sanità sminuiva ricordando essere “una fondazione privata che dei dati può fare quello che ritiene più opportuno”. Un incarico questo che sembra più volto a dimostrare che tutto funziona bene che non ad analizzare le problematiche che emergono e che dovrebbero essere affrontate.

Sono gli indicatori scelti dal Ministero per i monitoraggi e i compiti affidati alle Unités il vero problema di quei risultati? O gli oltre settant’anni di mala gestione autonomista che hanno portato la nostra Regione sul baratro?”.

Vd’A Aperta, dunque, torna a attaccare la riforma dell’Autonomia differenziata, sostenendo che il sistema sanitario debba tornare in capo allo Stato.

“Si rende sempre più ineludibile e urgente un deciso cambio di rotta – conclude la sigla –, a cominciare da un atto d’amor proprio da parte dell’Assessore Marzi, nonché collettivo da parte dell’attuale Governo regionale e dalla dirigenza sanitaria, prima che la comunità valdostana si inabissi, con le acuite differenze sociali tra chi può curarsi e chi deve rinunciarvi”.

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