E’ stato anticipato da ‘Il Sole 24 Ore’ e per la Valle d’Aosta non sono buone notizie: nel 2023 il monitoraggio dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) effettuato dal Ministero della Salute ha evidenziato un generale miglioramento generale dell’assistenza ospedaliera sul territorio nazionale, ad eccezione della Valle d’Aosta che è l’unica regione italiana a non aver raggiunto la sufficienza in quest’area (appena 53 punti). Gravemente insufficiente anche l’assistenza distrettuale, che ottiene appena 35 punti, si salva solo l’area della prevenzione con 77 punti.
Complessivamente, in Italia, sono tredici le Regioni e Province Autonome ad aver ottenuto un giudizio positivo in tutte le aree sanitarie, mentre quattro sono state bocciate in uno solo degli ambiti monitorati. Fanalino di coda, invece, sono quattro regioni che sono state bocciate in due ambiti su tre: queste sono Abruzzo, Sicilia, Calabria e – appunto – la Valle d’Aosta.
La replica dell’USL Valle d’Aosta
Di fronte a questi risultati negativi, emersi dal monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’Azienda USL della Valle d’Aosta ha voluto fornire una lettura più articolata della situazione, evidenziando alcuni presunti aspetti critici nel sistema di valutazione nazionale. Secondo l’Azienda sanitaria, se è vero che la regione continua a incontrare difficoltà, il punteggio complessivo ha comunque superato – per la prima volta nella sua Storia (escludendo l’anomalia del 2020 legata alla pandemia) – la soglia di 160 punti (164,11 nel 2023).
Il miglioramento più evidente riguarda l’area della prevenzione, che ha ottenuto una valutazione positiva. Anche l’assistenza ospedaliera registra un progresso, mentre l’area territoriale rimane la più critica, un dato che, secondo l’USL, è in linea con il peggioramento nazionale e influenzato dai continui cambiamenti nei criteri di valutazione.
“Avere solo tre minuti in più di tempo per l’arrivo delle ambulanze rispetto allo standard nazionale è a mio parere un successo – giustifica il Direttore Generale dell’USL, Massimo Uberti –. Lo standard è evidentemente pensato per territori più ampi e omogenei, mentre la Valle d’Aosta è una regione interamente montana. I parametri nazionali non sono facilmente applicabili alla nostra realtà”.
Un ulteriore elemento critico sottolineato dal DG riguarda la coerenza delle diverse indagini condotte: “mi preme anche sottolineare che siamo di fronte a una certa confusione che disorienta anche gli addetti ai lavori. A fine 2023, per esempio, l’Agenas (Agenzia scientifica del Ministero) ci valutava negativamente per la prevenzione ma positivamente per il territorio, mentre pochi giorni dopo il Ministero ha diffuso una valutazione opposta. Anche il giudizio sulle attrezzature sanitarie varia da un’indagine all’altra. Mi sembra evidente che serva un approfondimento e un riordino dei sistemi di valutazione a livello centrale”.
A ribadire la necessità di una revisione dei criteri di valutazione è anche l’Assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi: “non siamo soddisfatti, ma non possiamo accettare una fotografia della sanità valdostana che non tiene conto delle nostre peculiarità. Sappiamo di avere delle difficoltà e di dover migliorare, ma proprio perché siamo una realtà unica, sia per territorio che per modello, dovrebbe essere il ‘fotografo’ ad adattarsi a noi, almeno ad ascoltarci e non noi a rincorrere modelli che non ci rappresentano”.