Il tema dell’aborto ha bloccato ieri – 23 maggio – i lavori del Consiglio regionale fino alle cinque del pomeriggio. Oltre alle iniziative sul tema presentate dalla minoranza e dalla maggioranza, a bloccare l’aula, durante la discussione di una mozione sul tema aborto, sono state le 60 risoluzioni presentate dalla Lega Valle d’Aosta.
Le iniziative di PCP e maggioranza
All’ordine del giorno era stata iscritta una mozione presentata dal gruppo PCP che impegnava il Governo regionale “a non avvalersi di soggetti del Terzo settore, con una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità, nell’organizzazione dei servizi dei consultori previsti dalla legge 194/1978 e finalizzati all’esercizio dell’interruzione di gravidanza”.
La mozione non era però piaciuta alla maggioranza. Così, anziché emendare il testo presentato dalle Consigliere di opposizione, il Governo regionale ha pensato di non votare l’iniziativa per poi presentarne un’altra, che sostanzialmente ricalcava la prima tranne che per l’impegnativa. La risoluzione della maggioranza impegnava infatti il Governo regionale “a mantenere l’attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori, che non prevede il coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.
Nessuna apparente differenza quindi nell’impegno per il Governo che, per PCP, “ha voluto unicamente piantare una bandierina e sminuire un’impegnativa dai contenuti condivisi da tutte le forze progressiste nazionali. Questo ha inoltre permesso una forte strumentalizzazione da parte della Lega che ha presentato 60 risoluzioni a scopo ostruzionistico, dimostrando uno scarso rispetto per i diritti delle donne. Ancora una volta evidenziamo l’incoerenza di questa maggioranza, ed in particolare dei rappresentanti in Consiglio del Pd, rispetto a metodi e contenuti seguiti e proposti dalle forze progressiste”.
Le 60 risoluzioni della Lega
La presentazione di una risoluzione da parte della maggioranza non ha indispettito solo il gruppo PCP. Il gruppo Lega ha voluto presentare infatti ben 60 risoluzioni, contestando così la modalità di presentazione last minute della risoluzione da perte dei capigruppo di maggioranza.
“Il Presidente del Consiglio ha piegato il regolamento a proprio favore – ha dichiarato in aula il Capogruppo del Carroccio, Andrea Manfrin -. Tutto questo per accontentare la diatriba fra chi si dichiara di sinistra e chi ancora più a sinistra e per tenere insieme una maggioranza che ha al suo interno sensibilità molto diverse. Le 60 risoluzioni presentate oggi hanno lo stesso valore della vostra: sono risoluzioni nulle perché non avreste potuto presentare nemmeno la vostra!”.
Le 60 risoluzioni erano pressoché simili poiché cambiavano solamente, dall’una all’altra, i riferimenti interni relativi alla legge 194. Dopo aver letto però le prime cinque risoluzioni, il capogruppo della Lega ha deciso di ritirare tutte le altre iniziative. “Abbiamo voluto dare un segnale della possibilità di poter bloccare i lavori del Consiglio – ha spiegato Manfrin a margine del Consiglio – utilizzando a nostro piacimento il regolamento così come fatto a più riprese dal Presidente. Se questo atteggiamento dovesse ripetersi, la prossima volta andremo fino in fondo!”.




